venerdì, Aprile 26, 2024
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STAZIONE CENTRALE: ALCUNE PARTICOLARITA’

di Carlo Radollovich

Inaugurata in pompa magna dal regime nel 1931, la Stazione Centrale di Milano è la seconda d’Italia per flusso di passeggeri, dopo Roma Termini e prima di Torino Porta Nuova. Dal 2010 è stata dedicata alla Santa Francesca Cabrini.

E’ assai interessante, come primo impatto, rivolgere la nostra attenzione verso la vecchia sala d’aspetto che oggi ospita una libreria. Attraverso mensole e ripiani vari, che accolgono centinaia di testi, l’occhio riesce a cadere sull’ampio salone che era stato chiuso per molto tempo per i necessari restauri e al tempo stesso si nota una nutrita serie di dipinti che riproducono immagini aeree di alcune città, tra cui Padova, Napoli, Bologna, Pisa.

Inoltre, nello spazioso androne che conduce ai binari si scorgono mosaici a maiolica molto delicati che sono stati ripuliti dalla patina gialla che li avvolgeva. Oggi rifulgono del loro splendore originale. L’ingresso ai binari è reso quasi leggiadro da alcuni mosaici policromi che un celebre Studio di Venezia aveva realizzato, mosaici rimasti celati per molti anni da edicole e piccole costruzioni. Essi ci presentano alcune allegorie come ad esempio quelle relative alle trasmissioni radiofoniche e alla scoperta del fuoco.

Successivamente, ecco apparire i dipinti di Basilio Cascella (1860 – 1950), conosciuto tra l’altro per aver diretto “L’illustrazione abruzzese” e “La grande illustrazione” con la collaborazione di nomi stellari (Pirandello, Umberto Saba, Matilde Serao, Giovanni Pascoli, Ada Negri e altri ancora). Tali dipinti rappresentano tre episodi della storia di Casa Savoia. Uno di questi risulta di particolare spicco perché raffigura e ricostruisce, in modo fantasioso, l’incontro tra Benito Mussolini e Vittorio Emanuele III poco dopo l’ottobre 1922.

Il volto di Mussolini è stato quasi cancellato. Una leggenda racconta che alcuni cittadini, in data 25 aprile 1945, giornata della liberazione, avrebbero preso a sassate il dipinto deturpando il viso del duce. E’ davvero curioso osservare come il personaggio abbia subìto una sensibile mutilazione mentre alcuni fasci littori siano rimasti ancora integri e ancora ben visibili sulla facciata della stazione.

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