di Paola Montorfano
Lo spolverino e il trench nascono agli inizi del secolo scorso.
Il primo come un leggero soprabito, sia maschile che femminile, per proteggersi dalla polvere nei primi viaggi in automobile. Il secondo, detto trench coat, o soprabito da trincea, in dotazione all’esercito inglese durante le due guerre mondiali.
La sostanziale differenza tra i due capi è che il trench è di tessuto impermeabile e più pesante in gabardine di lana pettinata quindi più adatto all’autunno.
Lo spolverino è più primaverile essendo sfoderato e leggero, in georgette di seta, tessuto fine e ruvido al tatto o in soffice chiffon, molto trasparente e leggermente crespato.
Il classico trench è in gabardine beige con la cintura annodata in vita e Burberry ha fatto di questo capo la sua icona intramontabile.
Lo spolverino è molto versatile, e non deve mai mancare in valigia, per le serate più fresche.
A me piace indossarlo ton sur ton, abbinato al bon dress, come lo portava Jacqueline Kennedy Onassis, icona dell’eleganza classica e intramontabile.
Se pensiamo al trench maschile, non possiamo non pensare a Humphrey Bogart in Casablanca, mentre in versione femminile quello di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany è andato all’asta da Christie’s, nel 2017, per parecchie migliaia di dollari.
Lo spolverino da indossare questa primavera, che fatica a esplodere, è nei colori pastello, dal rosa cipria, al celeste, al verde. Oppure in colori molto accesi come il giallo limone o il rosso corallo. Quello bianco o blu svolazzante é il capo classico e senza tempo che non deve mai mancare nel nostro armadio, da portare sia con look classici che sportivi.
Il trench si può portare anche nelle primavere più fresche, come quella che stiamo vivendo, mono o doppiopetto, con la cintura annodata e non allacciata con la fibbia, nell’immancabile color biscotto, ma anche nei colori più vivaci, per portare il nostro look fuori dall’inverno.