di Ugo Perugini*
Donne speciali nella loro normalità. Mi sembra che questa sia la definizione più calzante per le donne che sono state premiate a Saint Vincent ieri sera per il 19° Premio Internazionale promosso dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta, con medaglia del presidente della Repubblica e il patrocinio della Camera dei Deputati e del presidente del Consiglio – Dipartimento delle Pari opportunità. La cerimonia si è svolta presso il Centro Congressi Grand Hotel Billia di Saint-Vincent, alla presenza della campionessa di sci Federica Brignone, madrina dell’evento.
Il Presidente del Consiglio della Valle d’Aosta Andrea Rosset ha ricordato l’importanza di un Premio che si pone l’obiettivo di realizzare progetti pensati e voluti da donne straordinarie, con la vocazione al dialogo e all’accoglienza, impegnate ad abbattere le barriere di qualsiasi tipo per diffondere i valori della cultura e della solidarietà, pronte a mettersi al servizio degli altri con competenza per tutelare i diritti fondamentali dei più deboli e dare una mano concreta a chi ha bisogno.
Il Premio, che ha avuto il contributo del settimanale “Donna Moderna” come media partner, basa la sua finalità su una frase di Gandhi che è molto significativa: “la vera fonte dei diritti è il dovere”, inteso come valore etico e volontà di porsi al servizio degli altri, dando concretezza ai temi dell’accoglienza, della solidarietà, della crescita sociale e della convivenza civile. Le vincitrici sono state scelte tra 23 proposte pervenute da enti, associazioni, ONG di tutto il mondo, perché hanno saputo distinguersi per la loro capacità, la loro generosità e creatività.
Quest’anno il Primo Premio “Donna dell’anno”, consistente in un importo di 20.000 euro da utilizzare per completare il progetto per cui è stata selezionata, è andato a Karina Atkinson, biologa scozzese, che ha creato una riserva naturale protetta in Paraguay, difendendo la biodiversità dal rischio di estinzione a causa dell’aggressività dell’agricoltura industriale, e facendola diventare un’area – la Laguna Blanca – dove lo sviluppo sostenibile ha la meglio, creando un ambiente in grado di diventare anche fonte di reddito e sviluppo per la popolazione residente.
La motivazione della giuria, tra l’altro, sottolinea il valore del “dovere” messo in atto dalla Atkinson,”quando, insieme alla comunità locale, ha trasformato un ambiente naturale, sul quale pesava un grave rischio di speculazione economica, in una riserva ricca di biodiversità, anche a vantaggio della crescita delle popolazioni residenti”.
Il secondo premio, Premio della Popolarità, consistente in 15.000 euro è andato all’italiana, Alessandra Farris, una giovane imprenditrice che ha creato, insieme ad alcuni soci, una start up – IntendiMe – che aiuta i non udenti a superare il loro disagio, segnalando in tempo reale, con un sistema di vibrazioni applicato al corpo, il suono di un campanello, del telefono o altri segnali per favorire la loro indipendenza e sicurezza, in modo da renderli più liberi da quella che lei definisce “disabilità invisibile”.
Il terzo premio per la “Donna dell’Anno”, di 10.000 euro, è stato assegnato a Monika Hauser, ginecologa, che si è spesa per la difesa delle donne vittime di violenza sessuale durante le guerre in tutto il mondo, dalla Bosnia all’Afghanistan, fornendo assistenza medica e psicologica alle ragazze che diventavano, loro malgrado, bottino di guerra. E continua a battersi perché lo stupro come orrenda pratica di guerra rappresenti un motivo valido per concedere asilo politico a chi lo richieda.
Il Premio Soroptimist, di 2500 euro, è stato assegnato a Elisabetta Rossi, cardiologa, che ha messo in atto una cooperazione sanitaria in Eritrea che unisce medicina ad agricoltura. Oltre a un’azione preventiva contro le malattie cardiopatiche reumatiche che sono causa di molte situazioni invalidanti, ha lanciato un progetto che prevede la messa a coltivazione di una pianta, la Moringa Olifera, ad alto potenziale nutritivo, molto resistente al clima, che dovrebbe contribuire a ridurre il fenomeno della malnutrizione.
Ad Alessandra Farris è stata anche consegnata, dalla direttrice Annalisa Monfreda, la targa messa in palio da Donna Moderna perché “ha saputo trasformare una dolorosa esperienza personale in uno stimolo ad agire per aiutare tutti coloro che, come i suoi genitori, convivono ogni giorno con la disabilità invisibile della sordità”
Ed è giusto che a rappresentare questi messaggi di dedizione ma anche di determinazione al cambiamento e al miglioramento della società siano soprattutto le donne, le maggiori protagoniste, grazie al loro impegno quotidiano – in certi casi poco riconosciuto – ma anche attraverso le idee originali e innovative che sanno proporre negli ambiti più diversi, sempre con competenza, professionalità e passione.