di Carlo Radollovich
Con la morte di Carlo II di Spagna (1706), la nostra città passò sotto la dominazione austriaca, sovranità che avrebbe potuto durare senza interruzioni sino all’avvento di Napoleone.
Ma per il breve periodo di tre anni, dal 1733 al 1736, Carlo Emanuele III di Savoia riuscì a scacciare le truppe viennesi, sconfiggendo nel novembre 1733 il generale Annibale Visconti, milanese di nascita, però a capo dell’esercito austriaco, assediandolo per diversi giorni presso il Castello Sforzesco.
Nel 1734, Carlo Emanuele si autoproclamò re di Lombardia. Tuttavia, il suo regno durò ancora per pochi mesi poiché nell’agosto del 1736, a seguito dell’armistizio siglato l’anno precedente tra Austria e Francia, gli austriaci si riappropriarono di Milano e nominarono governatore della città Otto Ferdinand conte di Abensberg.
Ci si chiede quali opere di un certo interesse oppure monumenti, eretti in Milano, possano ricordarci la brevissima occupazione lombarda da parte dei Savoia. Praticamente, nulla di importante sotto il profilo artistico. Un singolare “souvenir” è però presente. Si tratta di una campana che era stata lesionata dall’esercito di Carlo Emanuele durante l’assedio al Castello. Proprio perché “ferita”, si decise di farla rifondere da Bartolomeo Bozzo, un espertissimo fonditore milanese, rinomato per la sua straordinaria abilità nel ridonare alle campane una pregevole acustica.
Nella parte alta della campana è stato inciso in latino: “Essendo stato il Castello espugnato dalle armi sarde, questa campana, in origine lesa da un proiettile, è dedicata a Carlo Emanuele”. Più sotto appare scritto: “Per il re di Sardegna, il sovrintendente del Castello ordinò che venisse rifatta il giorno 30 del mese di ottobre 1734”.
Se qualche nostro lettore desiderasse osservare da vicino l’artistica campana, potrebbe recarsi al Castello Sforzesco presso le sale delle Civiche Raccolte d’Arte.