…una web series per raccontare i tumori dell’ovaio e dell’endometrio
Un giorno ti sembra di non avere niente, il giorno dopo hai tutto. La malattia oncologica cambia la prospettiva, l’orizzonte, le attese. E’ un tempo sospeso: quello che succede durante dipende dalla storia personale di ognuno, dal vissuto, molto anche dall’ambiente e dagli incontri che si fanno. Come per Nadia e Gaia, protagoniste della web series “Quella macchia nera”, firmata dal regista Enzo Dino, secondo appuntamento con il cinema sociale di GSK. Due donne, Nadia e Gaia, che improvvisamente si trovano a fare i conti con un compagno di viaggio indesiderato. Per l’una è un tumore ovarico, per l’altra un cancro all’endometrio. La loro amicizia, che si trasforma in alleanza, forza – perché è tra simili che ci si capisce nel profondo e ci si può aiutare – inizia nella stanza della chemioterapia. E attraverso questo legame raccontano il loro percorso, le ansie, i dolori e la speranza delle migliaia di persone impegnate nella personale partita a scacchi con il tumore. Dopo l’importante riscontro avuto lo scorso anno con “Tic Toc, la gentilezza del tempo”, opera che ripercorre il diverso vissuto di malattia di tre persone con mieloma multiplo, GSK, in collaborazione con DRMovie di Elena Rotari, riprende la grammatica cinematografica per parlare di cancro.
“Il nostro obiettivo – spiega Maria Sofia Rosati, direttore medico oncoematologia di GSK – è essere vicini a tutte le persone, donne e uomini, che nella loro vita incontrano una patologia oncologica. Stare vicino significa soprattutto dare risposte terapeutiche che consentano di superare o convivere con la malattia, ma è altrettanto importante fornire ai pazienti gli strumenti per capire cosa stanno passando e che in questo percorso non sono soli, soprattutto che ce la possono fare. Quella macchia nera è un esempio. Da anni ormai il cancro non è più una sentenza senza appello. I progressi della scienza medica ci consentono di guardare al durante e al dopo la malattia, che significa qualità di vita. In questa web series si alza l’attenzione sui tumori all’ovaio e all’endometrio, neoplasie ginecologiche che vanno a toccare la sfera intima delle donne, con un impatto psicologico importante. Si parla per esempio di sessualità, un aspetto che non va accantonato o cancellato, e che sempre più donne ricercano anche nel dialogo con il proprio oncologo. Il messaggio che vogliamo trasmettere – conclude Maria Sofia Rosati – è sempre quello della speranza. I tumori dell’ovaio e dell’endometrio non sono una passeggiata, ma Nadia e Gaia ci dicono che dopo la fatica della salita, il percorso si fa meno scosceso e pianeggiante”.
“Anche stavolta – spiega Elena Rotari, DRMovie – abbiamo cercato di confezionare per il pubblico una storia di speranza, esaltando soprattutto valori e tematiche come l’amicizia, la consapevolezza, la femminilità, che non va dimenticata anche nella malattia, la prevenzione. E’ una storia di donne per le donne”.
“In termini narrativi – dice il regista Enzo Dino – ho voluto mantenere l’attenzione sulla speranza, esaltata dall’amicizia, quasi una sorellanza, delle due protagoniste. Il titolo ” Quella macchia nera” si ispira all’altro protagonista, il convitato di pietra di questa storia: il cancro. Nella precedente web series, dedicata al mieloma multiplo, era costante l’immagine di un orologio a scandire il tempo sospeso dei pazienti. In questo nuovo progetto mi piaceva l’idea di associare la malattia oncologica alla pittura: il dipinto, quasi onirico, che sottolinea i molteplici stadi clinici: con i colori scuri l’avanzare della malattia, mentre con colori chiari e leggeri i risultati ottenuti con le cure, come se ogni pennellata di luce rappresentasse la vittoria sulle cellule cancerogene. E la pittura agisce positivamente sugli stati d’animo delle due protagoniste, che vediamo condividere le proprie opere tra una seduta chemioterapica e l’altra”.
“L’esperienza di ripercorrere la realtà che sto vivendo sul set di questa serie web e stata accompagnata da moltissime emozioni – racconta l’attrice Caterina Laboragine – Aver interpretato il personaggio di Gaia mi ha dato ancor più forza per continuare il percorso con la mia patologia. Accettare una malattia vuol anche caricarsi di tanta fiducia e speranza per curarsi e provare a raggiungere poco alla volta tutti gli obiettivi.Tutto questo seguendo le indicazioni dei medici che con professionalità e umanità ti accompagnano e ti incoraggiano prospettando sempre un lieto fine. Come ‘Una libellula rosa’, la poesia che Gaia recita in una delle scene finali, che vola verso la vita”.
La web series andrà in onda ogni settimana sui portali Manteniamoci informate https://www.manteniamociinformate.it/ e Womencare https://www.womencare.it/ a partire dall’8 marzo. E’ in lavorazione anche un docufilm con le testimonianze di clinici, pazienti e caregiver.