sabato, Dicembre 7, 2024
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A quarant’anni dalla strage di Via Fani

di Antonio Barbalinardo

Il 16 marzo di quarant’anni fa a Roma ci fu la strage di via Fani, cui seguì il rapimento dell’onorevole Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana.

Il rapimento di Aldo Moro, costò la morte degli agenti di Polizia di Stato: Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi e di due carabinieri, Domenico Ricci e il maresciallo Oreste Leonardi.

Molto è stato scritto su quello che è diventato il “Caso Moro” e ilMirino ha già dedicato alcuni articoli, oggi nella ricorrenza del tragico quarantennale della strage e del rapimento di Aldo Moro, con il ritrovamento del corpo trucidato del 9 maggio 1978 in via Caetani a Roma, si vuole fare una riflessione su quel tragico momento storico italiano.

Cercherò di riferire quanto ho appreso direttamente dall’onorevole Gero Grassi, oggi memoria storica di Aldo Moro che sta girando l’Italia presentando e raccontando le verità emerse successivamente, nel corso dell’inchiesta parlamentare sul rapimento e la morte del presidente della Democrazia Cristiana.

Con la legge del 30 maggio 2014, n. 82, è stata costituita la Commissione parlamentare d’inchiesta e Gero Grassi ha avuto la delega a tale inchiesta, mentre presidente della Commissione è stato nominato l’onorevole Giuseppe Fioroni.

L'on. G. Grassi in Sala Alessi - 14 febraio 2015
L’on. G. Grassi in Sala Alessi – 14 febbraio 2015

L’onorevole Gero Grassi il 16 febbraio 2015, fu invitato dal Gruppo consiliare PD, con la partecipazione anche del ministro Maurizio Martina, presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, a esporre quanto emerso dall’inchiesta e successivamente fu invitato il 3 ottobre 2016 da AIVITER, Associazione Vittime del Terrorismo, presso la Casa della Memoria con la partecipazione della figlia di Aldo Moro la giornalista Maria Fida Moro e presentato da Antonio Iosa, vittima delle Brigate rosse e referente Lombardo di AIVITER.

Intervento di G. Grassi,con M. Fida Moro e A. Iosa - 4 novembre 2016
Intervento di G. Grassi,con M. Fida Moro e A. Iosa – 3 ottobre 2016

In entrambi gli incontri fu affrontato il tema “Chi e perché ha ucciso Aldo Moro”, e furono riferite alcune nuove verità scoperte dalla Commissione d’inchiesta dopo oltre trentacinque anni, la documentazione era consultabile sul sito web dell’onorevole Gero Grassi

Molti nomi di brigatisti sono diventati noti quali Valerio Morucci, Adriana Faranda, Alberto Franceschini, Prospero Gallinari, Franco Bonisoli e altri, quello che mi sorprese e che alcuni brigatisti sono rimasti sconosciuti e anche aiutati alla latitanza quale Rita Algranati e Alessio Casimirri. Ho appreso che, il giorno successivo al rapimento di Moro, qualcuno aveva consegnato a Rita Algranati e Alessio Casimirri un passaporto con il quale riuscirono a scappare in Francia e dopo in Nicaragua. La brigatista Rita Algranati alcuni anni dopo, separatasi da Alessio Casimirri, abbandonò il Nicaragua, mentre lui rimase lì latitante.

 Fascicolo Commission parlam. su rapimento e morte A. Moro
Fascicolo Commissione parlamentare sul rapimento e la morte di A. Moro

L’onorevole Gero Grassi, riferì che meravigliava e sconcertava il fatto che, dall’allora governo di Giulio Andreotti del 1978 fino al recente governo di Enrico Letta del 2013, nessuno avesse chiesto l’estradizione di questo terrorista, e soltanto dopo la costituzione della Commissione d’inchiesta, il governo di Matteo Renzi, con l’allora ministro degli esteri Paolo Gentiloni, ne chiese l’estradizione, ma le autorità nicaraguesi risposero che ormai Alessio Casimirri era un cittadino del Nicaragua.

Molti altri riferimenti documentali furono esposti dall’onorevole Gero Grassi soprattutto su quanto ebbe a dire il terrorista Alberto Franceschini che allora, senza la complicità attiva o omissiva della CIA, del KGB o dello stesso Stato, non si potevano compiere tali atti e tenere nascosto per 55 giorni l’onorevole Aldo Moro.

Avendo menzionato i nomi dei brigatisti della strage di via Fani, devo riferire che Antonio Iosa, presidente della Fondazione Carlo Perini quale vittima del terrorismo ha incontrato alcuni di questi ex terroristi quali Valerio Morucci e Adriana Faranda a Roma e Franco Bonisoli più volte a Milano presso la sede della Fondazione Perini di via Aldini. Li ha incontrati con l’intento del ravvedimento degli stessi in un percorso degli inizi degli anni 2000 condiviso anche con il Cardinale Carlo Maria Martini, incontri tenuti nascosti e solo recentemente svelati dallo stesso Antonio Iosa.

A colloquio con G. Grassi
A colloquio con l’onorevole G. Grassi

L’impegno e la passione dell’onorevole Gero Grassi sulla ricerca della verità sul cosiddetto “Caso Moro” è motivato anche dalla sua storia che lo lega a Moro già dalla sua infanzia nel suo paese di Terlizzi in provincia di Bari, proseguito con l’amicizia personale con lo statista e seguita dopo nella militanza allora nella Democrazia Cristiana. Pertanto oggi lui continua questa sua missione di testimonianza per l’Italia per far conoscere le nuove verità emerse. E c’è ancora molto da scoprire.

Oggi un pensiero e una preghiera vanno ai cinque martiri di via Fani e all’onorevole Moro, morti per garantire la democrazia del nostro Paese, e occorre ricordarli per non dimenticare cui si deve riconoscere un debito di giustizia e di verità così come riferiva l’onorevole Gero Grassi.

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