di Carlo Radollovich
Il singolare raccordo che nel Medio Evo collegava gli appartamenti privati di Ludovico il Moro con la Ghirlanda (la parte del Castello Sforzesco che con la sua cinta muraria difendeva il fronte settentrionale del Castello da possibili assalti) è detto più appropriatamente la “Ponticella”.
Ludovico il Moro, dopo la sua proclamazione a Duca nel 1494, decise di ampliare tale ponte, incaricando allo scopo il grande architetto Bramante. Per la verità, il suo allievo Cesare Cesariano confermò che l’opera era stata effettuata dal suo maestro, ma susseguentemente si certificò che l’idea fosse stata effettivamente del Bramante, ma probabilmente non il progetto. Forse il Cesariano fu l’artefice vero della costruzione?
La “Ponticella” subì una parziale ricostruzione nell’Ottocento da parte di Luca Beltrami (1854 – 1933) e comprende tre sale che si affacciano su un portichetto. Tale portichetto è sostenuto da colonne che presentano capitelli di natura corinzia.
Per quanto riguarda l’interno, le tre sale appartengono al percorso del Museo d’Arte Antica, a cui si accede direttamente dalla Sala delle Asse, creata da Leonardo. Esse sono pure conosciute con il nome di “Salette Negre” poiché qui il Moro trascorse due settimane di lutto, estraniandosi da tutto ciò che lo circondava, a seguito della scomparsa della giovanissima moglie Beatrice d’Este.
Fu inoltre accertato che le tre sale furono decorate secondo un programma in parte elaborato da Leonardo Da Vinci. A proposito di decorazioni, si notano nelle tre sale quattordici lunette con ritratti sforzeschi eseguiti attorno al 1530. Tra i vari personaggi si rileva la presenza di Ludovico il Moro, con i capelli assai bianchi, nonché dei due figli Francesco II e Massimiliano.