venerdì, Novembre 15, 2024
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Piera Santambrogio, un’imprenditrice a fianco degli ospedali

Questa straordinaria donna, dalle innovative attuazioni imprenditoriali, nasce a Milano-Niguarda nel 1923. Studia medicina, ma si deve costantemente curare perché ha problemi di salute. Dapprima si sottopone a terapie presso l’ospedale di Baggio e poi allo Spallanzani di Roma, operativo dal 1936.

Nella capitale e’ affascinata dalle attrezzature ospedaliere, molto moderne, che gli americani hanno installato poco dopo la fine della guerra. Malgrado non abbia ancora terminato gli studi, si reca negli Stati Uniti per osservare da vicino le ultime novità tecnologiche, sempre relative agli ospedali.

Negli anni Cinquanta avrà la fortuna di essere a contatto, a Niguarda, con il ben noto cardiochirurgo Angelo De Gasperi e presto riesce a fondere, nella sua attività, medicina e metodologia tecnica.

Con l’autorizzazione dell’ospedale, firma diversi contratti con gli States per consentire l’arrivo a Milano di strutture mediche portentose, tra cui le macchine più sofisticate per la circolazione extracorporea, i pacemaker, le suturatrici che eliminano pratiche manuali.

Sempre alla ricerca di nuove strumentazioni, fonda l’azienda “Bosa elettromedicali”, con sede a Milano, e qui lavora per parecchie ore al giorno (da fare invidia ai più ligi degli stakanovisti), tanto da programmare le proprie ferie soltanto in tarda età.

Si rilassa tuttavia la sera suonando l’organo, divertendosi con canzoni molto spesso romantiche, in voga tra gli anni Trenta e Cinquanta. Non vuole sposarsi e si fa sempre chiamare signorina anche in là con gli anni. Dice che il lavoro la tiene ingabbiata, ma non rinuncia alla propria vita sentimentale.

Piera Santambrogio si distingue anche nel campo dell’arte, favorendo ad esempio il restauro dell’ “Ultima cena di Rubens” e di altre opere custodite presso la Pinacoteca di Brera. Si concede un’unica passione, quella dei gioielli, lieta di poterli sfoggiare in occasione di conferenze o di convegni medici.

Lei provvede a mettere all’asta un buon numero di preziosi, finanziando con il ricavato borse di studio al femminile, diventando in tal modo figura emblematica della filantropia milanese. I riconoscimenti che riceve sono molti: dall’Ambrogino d’Oro al titolo di commendatore della Repubblica, dalla medaglia d’oro di benemerenza civica ai numerosi attestati di stima e apprezzamento.

Ammalatasi nel corso del 2009, ci lascia per sempre nello stesso anno all’età di ottantotto anni.

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