venerdì, Novembre 15, 2024
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Piazza Prealpi: ricordata la tragica morte del Maresciallo Lino Ghedini

di Antonio Barbalinardo

Lunedì 20 febbraio scorso in piazza Prealpi c’è stata la commemorazione del quarantesimo anniversario della scomparsa del Maresciallo Lino Ghedini.

Molti cittadini del nostro quartiere non conoscevano la storia del maresciallo di Pubblica Sicurezza Lino Ghedini, medaglia d’argento al Valore Civile, la scoprirono qualche anno fa, il 16 febbraio 2013 quando fu posta la targa di marmo alla memoria presso il giardino di piazza Prealpi. La cerimonia si svolse alla presenza della moglie Elisa, dei figli Giacomo e Alberto e altri familiari, l’allora vicesindaco del Comune di Milano Ada Lucia De Cesaris, Silvia Fattore Sindaco del Comune di Villanova di Camposampiero paese d’origine di Lino Ghedini, e le autorità civili e militari oltre che la rappresentanza degli Agenti della Polizia di Stato con la partecipazione di Antonio Iosa referente della Lombardia dell’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo AIVITER.

Prima di riferire della cerimonia che si è svolta lunedì scorso, è opportuno riferire chi era e chi è stato Lino Ghedini.

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il maresciallo Lino Ghedini

Il maresciallo Lino Ghedini, classe 1926 è nato a Villanova di Camposampiero (PD), ha svolto il suo servizio di Polizia presso la caserma della Polizia Stradale di via Jacopino da Tradate, la sua storia nella Polizia di Stato inizia nel 1950 quando entrò nel Corpo della Polizia prestando il suo servizio in diverse città italiane: Modena, Foggia, Alessandria e infine a Milano dal 1964 nell’allora Circoscrizione 20 dove risiedeva con la famiglia a Quarto Oggiaro.

La storia personale di Lino Ghedini finisce tragicamente la sera del 19 febbraio 1977, durante il servizio di pattuglia sulla Strada provinciale per Novara in località Cascina Olona, nella frazione di Settimo Milanese, e nel consueto servizio di controllo era insieme al collega, l’appuntato Adriano Comizzoli. I due poliziotti bloccano un’auto e chiedono i documenti, il conducente per evitare il controllo, si sottrae alla perquisizione e all’identificazione ingaggiano un conflitto a fuoco.

Il maresciallo Ghedini, fu colpito da diversi colpi di pistola, così morì nell’adempimento del proprio dovere, mentre il collega Comizzoli rimase ferito. Soltanto dopo l’arresto si scoprì che il conducente non era un delinquente comune, era Enzo Fontana un latitante del Gruppo di Azione Partigiana, affiliato alle Brigate Rosse. Pertanto Lino Ghedini è da considerare un cittadino del territorio del Municipio 8 così merita essere ricordato tra i caduti per servizio del nostro Municipio.

Alla cerimonia svoltasi lunedì 20 febbraio scorso erano presenti l’Assessore alla Sicurezza Maria Rozza, il Questore di Milano Antonio De Iesu, la vice Prefetto Anna Pavone, il vice Questore Antonio D’urso del Commissariato PS di via Satta, rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo dei Vigili del Fuoco, rappresentanti della Polizia Locale, un picchetto degli Agenti della Polizia di Stato oltre alle diverse rappresentanze dell’associazioni delle Vittime di Servizio e le Crocerossine.

L'inizio della cerimonia
L’inizio della cerimonia

La cerimonia è iniziata con la posa della corona seguito dal suono de “Il Silenzio”, dove è seguito dopo l’intervento dell’Assessore Maria Rozza che ha detto che uomini come il Maresciallo Ghedini sono uomini semplici che ogni mattina si svegliavano per rendere il proprio servizio e hanno dato la vita nell’adempimento del loro

L'intevento dell'assessore alla sicurezza Maria Rozza
L’intevento dell’assessore alla sicurezza Maria Rozza

servizio per la comunità e per lo Stato dove non bisogna dimenticarli così come non bisogna dimenticare che dietro a questi caduti ci sono i vari familiari con le conseguenze della perdita di un proprio caro.

È subito seguito l’intervento di Antonio Iosa, Referente della Lombardia di AIVITER che ha riferito che in genere si ricordano e si commemorano i grandi rappresentati della politica o dello stato e molto spesso si dimenticano gli eroi della quotidianità come è stato il Maresciallo Lino Ghedini, ha inoltre riferito che come Associazione Vittime del Terrorismo hanno voluto creare questo percorso nella città di Milano nel dedicare piazze e giardini alle diverse vittime del terrorismo del periodo dei cosiddetti “Anni di piombo”.

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L’intervento di Antonio Iosa di AIVITER

Iosa ha anche riferito: “Senz’altro Lino Ghedini, trasferitosi dal Veneto a Milano, dopo aver vissuto in altre città, non avrebbe mai pensato di morire in servizio a causa  di violenze ideologiche”. Inoltre Iosa ha fatto anche riferimento a un facile pentitismo, dove oggi le varie vittime hanno forse meno valore e attenzione di questi cosiddetti “pentiti”.

L'intervento di Giacomo Ghedini
L’intervento di Giacomo Ghedini

Dopo Iosa è intervenuto Giacomo Ghedini figlio di Lino e parlando anche a nome del fratello Alberto e di altri familiari presenti, ha riferito un poco della loro storia familiare e ha fatto una riflessione sul padre e ha letto una sua poesia dedicata a suo padre ed ha concluso dicendo: “Hai fatto fino in fondo il dovere di servitore dello Stato, spero un giorno lontano che ci si possa incontrare. Ciao papà, tuo figlio Giacomo”.

La cerimonia si è conclusa con l’esecuzione da parte del trombettista di un brano molto caro a Lino Ghedini.

 

 

 

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