giovedì, Novembre 21, 2024
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“Per tutta Milano”. L’intervista ad Angelo Turco, candidato al consiglio comunale (PD)

Una Milano per tutti.

Una Milano che riesca non solo ad accogliere, ma anche a comprendere le necessità e le difficoltà dei suoi cittadini. 

Angelo Turco, candidato al consiglio comunale con la lista del Partito Democratico, sa che questa città così multietnica, così ricca di sfaccettature è in continuo cambiamento e ha bisogno di diventare adatta e fruibile per chiunque decida di varcarne le porte. Ma soprattutto sa che queste trasformazioni possono avvenire solo con l’impegno attivo.

E lui questo impegno civico lo ha messo in campo fin dagli anni dell’università diventando rappresentante degli studenti nella sua facoltà. Da quella prima esperienza, ne seguono molte altre: dal 2014 lavora nel team del capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento Europeo e in seguito vicepresidente del Dipartimento Cultura di ANCI Lombardia. Nel 2016 diventa il più giovane Consigliere Comunale di Milano, poi presidente della Commissione Cultura e vicepresidente della Commissione Lavoro. Inoltre, dal 2020 rappresenta il Comune di Milano in “Avviso Pubblico”, l’associazione degli Enti Locali contro le mafie.

Un impegno totalitario verso la sua città che sogna di poter proseguire e in vista delle elezioni amministrative abbiamo avuto l’occasione di porgli qualche domanda.

Il suo impegno politico inizia presto come rappresentante degli studenti nella sua facoltà universitaria e prosegue fino a farLa diventare nel 2016 il più giovane Consigliere Comunale di Milano: ma come nasce questo interesse per il mondo della politica?

Sono cresciuto in una famiglia politicamente schierata e in una Milano che non mi piaceva: grigia, inquinata, chiusa in se stessa. Negli anni dell’università ho iniziato a frequentare le associazioni studentesche e poi i circoli del Partito Democratico, spingendomi verso un impegno sul territorio che mi ha permesso di essere candidato e poi eletto al Consiglio comunale.

Perchè è importante che i giovani si avvicinino alla politica e si interessino in modo proattivo alla propria città?

Penso si debba essere molto diretti: la politica è rappresentanza, se i giovani non si impegnano -o peggio ancora non votano- è molto difficile che la politica faccia poi i loro interessi. E invece ci sono tante priorità che riguardano direttamente le nuove generazioni e sulle quali sarebbe urgente che la politica si spendesse con maggiore forza, dalla lotta ai cambiamenti climatici sino al diritto alla casa e ad un lavoro sicuro e meno precario. 

La pandemia ha messo in difficoltà anche una città come Milano: quali sono secondo Lei i punti fondamentali su cui basare una ripartenza?

La pandemia rischia di allargare ancora di più la forbice delle diseguaglianze tra chi è economicamente più forte e chi invece ha delle fragilità. La Milano del post covid dovrà essere una città più attenta ai servizi di prossimità, con una mobilità più dolce e sostenibile e con un sistema di politiche sociali e welfare capace di sopperire alle tante mancanze riscontrate nell’ultimo anno e mezzo. Penso, in particolare, ai tanti anziani soli.

C’è un progetto o un’istanza che ha particolarmente a cuore e a cui vorrebbe dar voce qualora venisse rieletto?

Sto cercando, come presidente della Commissione Cultura, di tenere accesi i riflettori dell’opinione pubblica sulle difficoltà patite da questo settore così prezioso per la nostra città. In particolare il mondo dello spettacolo dal vivo è tutto fuorché uscito dalla crisi. La battaglia che voglio fare è quella per affermare ancora una volta che i luoghi della cultura sono i più sicuri in assoluto e che il green pass debba essere lo strumento con cui tornare al 100% delle capienze.

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