di Carlo Radollovich
In occasione del cinquantenario della strage di piazza Fontana (12 dicembre), si è ritenuto opportuno creare un monumento (ancora non si sa dove collocarlo) che possa riattivare in tutti noi la memoria dei barbari e feroci attentati che, negli anni di piombo, hanno provocato centinaia di vittime innocenti.
E questo importante ricordo non intente ricollegarsi soltanto alla tragedia della Banca dell’Agricoltura, ma abbracciare altri infami gesti come l’attacco alla stazione di Bologna, alla Questura di Milano, al treno Italicus, senza dimenticare i fatti di Gioia Tauro, Peteano e piazza della Loggia a Brescia.
Si tratterà ovviamente di un’opera di notevole importanza, che possa tuttavia essere condivisa e accettata da tutti, senza suscitare qualsiasi tipo di polemica.
Il monumento sarà opera di un giovane e talentuoso artista, le cui opere sono già state esposte, tra l’altro, alla Biennale di Venezia, alla Rotonda della Besana, alla Biennale Giovani di Parigi, di Lubiana, al Museo d’Arte Moderna di Ascona, suscitando in moltissime circostanze vivi apprezzamenti da parte della critica.
Come si presenterà il monumento che ci impedirà di relegare in un angolo il ricordo di cruenti e tristissimi episodi? Detto molto in breve, esso prevede otto gruppi di steli in ferro ricurvi che poggiano su isole pure in ferro e che risulteranno sospese dal suolo. Sulle stesse verranno incisi i nomi delle vittime. Si osserverà pure un avvenimento uditivo perché ad ogni stelo sarà applicata una piccola campana. Quando il vento si solleverà, il monumento sembrerà assumere sembianze di vita.
Si calcola, per ora, che il costo relativo si aggirerà sui 50 mila euro. E’ già stato assicurato il sostegno delle associazioni dei parenti delle persone che hanno trovato la morte e ci sarà pure l’appoggio dell’Anpi nonché dell’Arcivescovado.