Dopo il maggio del 1492, Ludovico informava Venezia di essere pronto a difenderla dalle mire di Massimiliano d’Asburgo, mentre, quale contropartita, la Serenissima avrebbe protetto il ducato di Milano contro certe ambizioni del futuro Carlo VIII.
Nel frattempo, non appena rientrata da Venezia la moglie/ambasciatrice Beatrice d’Este, Ludovico pagava a Massimiliano una sorta di “premio”, con l’intesa che l’imperatore avrebbe promosso l’investitura su Milano dello stesso Ludovico al posto del nipote Gian Galeazzo.
Questo pagamento (400mila ducati) si rivelava decisamente oneroso per le casse del duca e la conferma dell’investitura venne tenuta segreta sino alla morte di Gian Galeazzo, avvenuta per avvelenamento nel 1494, cosa che impedì al Moro di festeggiare la nomina in qualsiasi forma. Veniva in ogni caso rimandata al maggio del 1495.
Ma le truppe di Carlo VIII (Casa reale di Valois) si erano già mosse verso il regno di Napoli, che Carlo rivendicava per discendenza angioina. Ed ecco il secondo errore di Ludovico, il quale tento’ di tramutare a suo vantaggio la discesa in Italia dello stesso Carlo, offrendogli il porto di Genova per le navi da contrapporre alla flotta aragonese e versando un notevole contributi in ducati.
Ludovico credeva di ottenere, probabilmente per riconoscenza, le città di Pisa, Pietrasanta e Sarzana, ma ciò non avvenne. Intanto il ducato di Milano non faceva che registrare notevoli disavanzi finanziari, mentre Carlo VIII, coltivando segretamente l’idea di potersi sostituire al Moro, prendeva la strada verso Novara con le sue truppe. Non incontrò nessuna resistenza, tanto che mise la città sotto assedio.
La discesa verso il centro Italia dei francesi procedette spedita. A Firenze i Medici rinunciarono al potere, mentre il Savonarola scambiava Carlo VIII per l’inviato di Dio. Per quanto riguarda Ludovico, egli metteva in allerta i propri soldati, più numerosi dei francesi, e a Fornovo si batterono con coraggio, malgrado un numero elevato di morti.
Altro colpo per Ludovico sarà costituito dalla morte della giovane moglie, in stato di gravidanza del terzo figlio. E quest’uomo, che si era riproposto di ripulire l’Italia dai nemici, falli’ in malo modo. Enrico VIII si avvalse dell’aiuto militare di Gian Giacomo Trivulzio e la disfatta milanese si preannunciò rapidamente con la prigionia del Moro nel castello di Loches, in Francia.