martedì, Dicembre 24, 2024
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ERA UN PARTICOLARE PONTE SUL NAVIGLIO

di Carlo Radollovich

Ci troviamo a Milano in una calda giornata estiva: è il 23 giugno 1842. L’atmosfera che si respira in città, soprattutto politica, non è delle migliori, Siamo però ancora lontani da quel marzo 1848 in cui la rabbia dei milanesi sarebbe esplosa con le armi in pugno nel tentativo di sconfiggere l’odiato invasore austriaco.
Tre mesi prima, il 9 marzo, veniva rappresentata alla Scala l’opera di Giuseppe Verdi “Nabucco”, che venne accolta con molto favore. Al termine della rappresentazione, diversi malumori del pubblico nei confronti di Vienna si manifestavano continuamente anche se in modo relativamente contenuto.

Ma ritorniamo a quel 23 giugno 1842, ove le rimostranze dei milanesi sembrano momentaneamente sopirsi poiché nella Contrada San Damiano (oggi via Uberto Visconti di Modrone),sta per aver inizio una straordinaria inaugurazione sul Naviglio: il ponte delle Sirenette. Tra le autorità presenti osserviamo l’arciduca d’Austria Ranieri Giuseppe d’Asburgo-Lorena, il quale riceve applausi solo da una piccola parte dei folti gruppi di persone qui convenute. La bellezza del ponte, con quattro statue di sirene, munite ciascuna di un remo, viene sottolineata da tutti.

Si tratta del primo ponte milanese realizzato con un certo ritardo in ghisa. In effetti, già da qualche anno appaiono in Francia e Inghilterra architetture metalliche del tutto nuove, per l’appunto in ghisa. Del nuovo ponte vengono apprezzate non solo le statue, ma anche i parapetti nonché i pilastri decorati con fregi in ghisa ossia cigni che reggono festoni nella parte superiore, mentre in quella inferiore spiccano teste leonine.

Ma ritorniamo ai tempi nostri. Si sa che, con l’interramento dei navigli, tutti i ponti furono smantellati. Tuttavia, considerati i pregi artistici che contraddistinguevano il ponte delle Sirenette, questo venne trasferito al parco Sempione, ove tuttora si trova. Durante il trasporto si deteriorano le ringhierette in ghisa, poi sostituite con tubolari di ferro. Il restauro del ponte, effettuato tra gli anni 2001 e 2003, ridona allo stesso l’originario splendore.

Una nota di colore. Le quattro Sirenette vennero da subito battezzate dai milanesi “Sorelle Ghisini”, con evidente riferimento al materiale usato per la loro realizzazione. Sottolineiamo che il ponte è ancora oggi caro agli innamorati, i quali conservano l’usanza di accarezzare amorevolmente le statue, confidando di ricevere fortuna e forse anche una sorta di protezione contro possibili…guai affettivi.

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