sabato, Novembre 23, 2024
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PALAZZO ISIMBARDI: I TESORI PRESENTI

di Carlo Radollovich

Il ben noto palazzo storico Isimbardi di corso Monforte, la cui facciata risalente al XVIII secolo è ritenuta tra i migliori esempi del “barocchetto” lombardo, ospita la sede della Provincia di Milano sin dagli anni che precedono il secondo conflitto mondiale.

E’ aperto due volte la settimana, di norma Il mercoledì (ore 18) e il venerdì (ore 10) e occorre obbligatoriamente prenotarsi. Merita senz’altro una nostra visita per ammirare non soltanto la singolare architettura delle sale, ma anche e soprattutto le opere d’arte qui presenti.

Iniziamo una breve presentazione cominciando dal giardino, ove si notano diverse statue scolpite nel Novecento che richiamano alcune attività tipiche del territorio lombardo, appartenenti al mondo dell’industria, dell’agricoltura e addirittura dell’irrigazione dei campi.

Rimaniamo stupiti, per la bellezza, davanti al rinascimentale Cortile d’Onore e al sottoportico affrescato tra l’altro con diverse, vivissime immagini di animali mitologici.

Entrando nella Sala Pedenovi osserviamo una caratteristica tela cinquecentesca di Bernardino Campi (1522 – 1591) nonché orologi preziosissimi che appartengono alla vasta collezione del palazzo.

Dirigendoci verso il primo piano, salendo lo scalone d’onore, nell’atrio ci imbattiamo in due grandi mappamondi lignei risalenti al secolo XVII e realizzati da Giovanni Giacomo de’ Rossi (1627 – 1691) e in uno straordinario gonfalone ricamato a mano con fili d’oro e d’argento.

Nelle sale successive catturano la nostra attenzione alcuni artistici lampadari settecenteschi in vetro di Murano, un prezioso “secretaire” in legno intarsiato, alcune sculture di Enrico Butti, pregevoli dipinti ottocenteschi di Angelo Trezzini e Francesco Filippini nonché tele del Novecento create dai grandi Carlo Carra’, Aligi Sassu e Lorenzo Viani.

Il “pezzo forte” è comunque rappresentato da una grande tela (6 x 8 metri) che orna il soffitto della Sala della Giunta, intitolata “Apoteosi di Angelo della Vecchia nel segno delle Virtù “, opera di quel grande maestro veneziano che si chiama Giovanni Battista Tiepolo.

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