giovedì, Dicembre 19, 2024
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Nini’ Pietrasanta, tra le prime alpiniste della storia

In questi tragici momenti della storia alpinistica italiana, ove l’imprevista perdita di otto appassionati ci ricorda che la montagna puo’ anche essere pericolosa per l’uomo, desideriamo evidenziare con l’occasione l’estrema prudenza messa in atto da Nini’ (Ortensia) Pietrasanta, colei che affrontava le vette alpine in completa sicurezza.

Appassionatissima della montagna, ecco anzitutto un brano che lei stessa ha scritto: ”Oltre a plasmare il carattere, la montagna da’ alle anime (…) un’impronta comune: lo sforzo tenace, il pericolo sempre in agguato, la vita che non comporta inutili vanti, fa dell’alpinista d’ogni nazione un tipo che si riconosce tra mille (…)”.

Nini’ e’ stata la sola alpinista a mettere per iscritto le sensazioni provate durante le varie ascensioni. E il suo libro ”Pellegrina delle Alpi” racconta, tra il 1932 e il 1937 (quest’ultimo dedicato completamente alla sua gravidanza), le numerose memorie che riguardano tra l’altro la creazione di vie, assolutamente innovative, nel massiccio del Monte Bianco.

Traspare in ogni sua frase l’amore per la montagna e per la natura in generale. Ma viviamo assieme alcuni episodi della sua vita tra i monti, spinta all’inizio da papa’ Riccardo, docente di Ragioneria presso la Bocconi di Milano. Ma la svolta vera, relativa alla sua ”carriera” alpinistica, avviene solo nel 1932 quando incontra il futuro marito Gabriele Boccalatte, anch’egli convinto alpinista.

Nello stesso anno scalano assieme una difficile punta delle Periade, poi attaccano la cresta sud del Pizzo Torrone e raggiungono, impegnati al massimo, lo Spigolo del Velo alla Cima della Madonna. Proseguono, nel 1933, a conquistare altre vette per poi effettuare la prima traversata delle Aiguilles du Diable.

Nel 1935, i due scalano con successo una difficile parete del Monte Bianco. Qui, a seguito di una forte bufera, sono costretti a rientrare, ma pochi giorni dopo ritentano e conquistano la vetta. Nel 1937 si preparano all’ascensione del pilone nord est del Mont Blanc du Tocul. L’ottenuta conquista della vetta consente loro di ricevere da Roma una medaglia d’oro al valore atletico. Al termine dello stesso anno, Nini’ diventa mamma del piccolo Lorenzo.

Purtroppo, nel 1938 perde la vita suo marito, nel tentativo di aprire una nuova via sull’Aiguilles de Triolet. Distrutta dal dolore, non le resta che dedicare le proprie cure alla crescita del figlio, raccogliendo molte storie di montagna vissute con Gabriele. Si spegne ad Arese, novantenne, nell’anno 2000.

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