di Carlo Radollovich
Wolfgang Amadeus Mozart partì da Salisburgo assieme al padre Leopold, noto compositore e abile violinista, nel dicembre del 1769.
L’inverno era particolarmente rigido e costringeva la coppia a prolungate soste lungo il percorso poiché, in alcuni tratti, le fitte nevicate non consentivano alle carrozze un normale transito. Passando da Innsbruck, entrarono in Italia attraverso il passo del Brennero e, a Rovereto, il giovane Wolfgang (13 anni) eseguì con successo il suo primo concerto pianistico in Italia. A Verona, il suo concerto del 5 gennaio 1770, tenutosi presso la sala maffeiana del Teatro Filarmonico, ebbe una strepitosa eco sui giornali.
Dopo Mantova, eccoli giungere a Cremona, ove al teatro Nazari (oggi teatro Ponchielli) assistettero all’opera in tre atti “La clemenza di Tito Vespasiano” di Johann Adolf Hasse. Terminata la rappresentazione, si diressero verso l’alloggio. I due erano veramente più che infreddoliti. Papà Leopold scriveva alla adorata moglie Anna Maria Pertl rimasta a Salisburgo: “ Hier friere ich wie ein Hund, es friert Stein und Bein” (sto gelando come un cane, fa un freddo birbone).
Arrivarono a Milano e qui, finalmente, trovarono un’accogliente e confortevole sistemazione nella canonica della chiesa di San Marco, in attesa di incontrare il conte Carlo Giuseppe di Firmian, da molti definito, tra il serio e il faceto, il “re di Milano” (in ogni caso, fu uomo colto e influente mecenate) essendo egli ministro plenipotenziario austriaco e governatore della Lombardia. Un sostegno da parte sua sarebbe stato di vitale importanza per la carriera del giovane Wolfgang. Come sperato, padre e figlio vennero accolti dal conte Firmian con molta cordialità, culminata con il dono al giovane Mozart dell’edizione completa delle opere di Pietro Metastasio, illustre poeta, librettista e drammaturgo.
Firmian organizzò una serie di concerti nella nostra città, ai quali assistette l’arciduca Ferdinando, figlio di Maria Teresa d’Austria, il quale avrebbe potuto contribuire a lanciare Wolfgang nel mondo della musica in maniera determinante. Wolfgang stesso seppe farsi avanti con una serie di arie musicalmente assai indovinate su testi del Metastasio. Ma anziché l’arciduca fu il conte Firmian ad entusiasmarsi per tali arie e, con decisione del tutto spontanea, commissionò al giovane l’opera di apertura del carnevale milanese per un compenso di cinquecento fiorini. Salti di gioia da parte di papà Leopold, il quale volle subito complimentarsi con il figlio, ma anche autolodarsi per aver intuito le enormi capacità di Wolfgang.
Mozart tenne il primo concerto pubblico a Milano il 23 febbraio mentre il 12 marzo suonò al pianoforte le prime assolute di “Misero pargoletto”, “Fra cento affanni” e altri interessanti pezzi.
Prima della partenza per Firenze (15 marzo), Firmian fu ben lieto di scrivere lettere di raccomandazione assai benevoli che consegnò a Mozart.