venerdì, Novembre 8, 2024
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Milano: il triste dopoguerra

Terminato il disastroso conflitto, la nostra città si trova ad affrontare numerosi e gravi problemi tra cui cercare di ovviare, il più rapidamente possibile, ad una distruzione da bombardamenti aerei che si attesta sul 40% circa.

Si calcola che siano andati persi circa 105.000 vani a cui si devono aggiungere i danneggiati pari a 50.000 circa. Tutti i quartieri hanno subito danni, anche se tra quelli maggiormente colpiti figurano porta Ludovica, porta Romana, l’ex Borgo degli Ortolani con in testa via Canonica, gli spazi ove si svolgeva la Fiera Campionaria, porta Garibaldi, ed altri ancora.

E che dire dei numerosi monumenti lesionati ? Ci limitiamo a citare la Scala, gravemente danneggiata all’interno con palchi fuori uso e il tetto crollato, il refettorio di Santa Maria delle Grazie (con la parete del Cenacolo rimasta incredibilmente integra), il Palazzo Reale che lamenta la perdita quasi totale degli stucchi e degli arredi, palazzo Marino bruciacchiato in diversi punti, la Ca’ Granda che subisce lesioni, diversi edifici nobiliari del centro cittadino usciti decisamente malconci.

Il recupero di molti stabili storici si fa problematico e in certi casi si è costretti a demolire. Difficile ipotizzare una serie di restauri da programmare in tempi brevi, considerato il generale contesto di distruzione che sovrasta Milano. Certamente, in alcuni casi si sono fatti miracoli, come ad esempio la ricostruzione del palazzo Visconti di Modrone in via Cerva. Infatti, si riesce a recuperare tra le macerie importanti reperti scultorei, il giardino viene ripristinato e si ricostruisce la bella balconata barocca che si affacciava sul Naviglio.

La ripresa economica dei primi anni Cinquanta favorisce certamente la ricostruzione a livello generale, vissuta in momenti di crescita delle cambiate condizioni di vita, del trasporto privato in concorrenza con quello pubblico, delle logistiche che avvolgono la città in una spirale di sviluppo sempre più evidente.

E presto si comincerà a parlare della Grande Milano, con numerosi centri che prendono possesso dei terreni nell’Hinterland e che contribuiscono a formare un ampio e vasto agglomerato urbano. Basta osservare la massiccia espansione delle costruzioni che dalla città si muovono in direzione di Monza per renderci conto come l’abitato costituisca un unico “serpentone” continuo.

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