domenica, Novembre 24, 2024
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Milano e Napoleone Bonaparte

Prima di continuare certe sottolineature relative alla figura di Napoleone (vedi articolo apparso il 2 gennaio su “ilMirino”), sarebbe opportuno riassumere brevemente il susseguirsi delle repubbliche che hanno preceduto il Regno d’Italia, fondato dallo stesso Napoleone.

Iniziamo con la Repubblica Transpadana che trae origine dall’occupazione francese del 1796, battezzata dai giacobini “Repubblica sorella della Francia rivoluzionaria”. Questa repubblica si fonderà, nel 1797, con la Repubblica Cispadana e questa unione darà vita alla Repubblica Cisalpina, la quale verrà sciolta il 26 gennaio 1802. In questa stessa data viene sancita la nascita della Repubblica Italiana, strettamente legata alla Repubblica Francese.

Ma la Repubblica Italiana, con Napoleone presidente e Francesco Melzi d’Eril vicepresidente (quest’ultimo si era scelto come collaboratori persone del calibro di Giuseppe Prina e Alessandro Trivulzi che auspicavano, infelicemente, di poter attenuare la consistente forza napoleonica), resta in essere per soli tre anni, sino al marzo del 1805.

Infatti, due mesi dopo, Napoleone, già diventato imperatore dei francesi, si incorona pure re d’Italia in Duomo, ponendosi in capo da se’ la corona ferrea dei re longobardi e confermando Milano capitale. Per la verità, i fratelli del re, inebriati di ricchezza, non risparmiano la famiglia con incredibili bisticci interni, ma l’autorità napoleonica si fa sentire.

Dopo Melzi d’Eril, un altro personaggio si fa infatti ben volere: Eugenio di Beauharnais, figlio dell’imperatrice Giuseppina, ma questi non è un Bonaparte, tanto che Napoleone non lo crea testa coronata. Viene tuttavia nominato Viceré d’Italia con ampi poteri, mentre Melzi d’Eril, messo praticamente in ombra, deve accontentarsi del titolo di Gran Cancelliere, titolo puramente di facciata.

Eugenio, per dieci anni, assolve ai suoi impegni con tatto e una certa misura e diversi milanesi non nascondono simpatie nei suoi confronti. Tuttavia il regno è italiano solo di nome perché, di fatto, il dominio è tutto francese.

Ma giorni tremendi arrivano per Napoleone non appena iniziata la campagna di Russia. La grande armata francese subisce gravi perdite, anche perché molte insidie, a cominciare dall’incendio di Mosca, la fanno traballare. Inizia la ritirata facendo registrare 400 mila morti e 100 mila prigionieri. Dopodiché, con truppe giovani e male addestrate, viene battuto a Lipsia da Russia, Prussia, Austria e Svezia. Confinato poi all’isola d’Elba, riesce ad uscirne. Cerca di riarmare i suoi uomini nel migliore dei modi, ma la sconfitta di Waterloo gli è definitivamente fatale.

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