di U.Perugini*
Anche la professione di medico si evolve e chi la esercita deve tenersi al passo con i cambiamenti, anzi se possibile guidarli, mantenendo aggiornate le proprie competenze, sapendo ascoltare e comunicare con i pazienti, migliorando il proprio contributo e, quindi, anche la qualità organizzativa e umana della sanità del Paese nella sua globalità.
Compito indubbiamente non facile, anche se, è giusto dirlo, già molti medici lo mettono quotidianamente in pratica. Ma che si possa fare ancor di più, è evidente. Ne ha parlato Luigi Conte che è segretario generale della Fnomceo che ha presentato a Roma la III conferenza sulla professione medica e odontoiatrica che si terrà a Rimini nei prossimi giorni.
Naturalmente, ci vorrà tempo per procedere a una trasformazione professionale di questo tipo, almeno tre/cinque anni, ma i risultati dovrebbero contribuire al miglioramento/rinnovamento della figura del medico, così come richiede il futuro e l’evoluzione stessa della società.
Ma vediamo quali saranno le caratteristiche principali del medico del futuro:
- Proattivo nell’affrontare le innovazioni, senza dimenticare le proprie radici culturali
- Abile nel gestire le proprie competenze e nell’aggiornarle di continuo
- Profondo conoscitore del metodo scientifico e aperto alle nuove conoscenze
- Sensibile ai problemi etici della professione, e rispettoso delle pratiche raccomandate e sostenute da evidenze scientifiche
- Dotato di una buona leadership nei confronti dei colleghi, professionisti, pazienti
- Conscio del proprio delicato ruolo sociale e politico, sempre attento a tutelare e proteggere la salute e la vita
- Capace di operare scelte di tipo economico, gestendo con correttezza anche ingenti risorse
- Attento a relazionarsi con le persone che ne hanno bisogno e disponibile all’ascolto e alla comunicazione
- Avveduto nel gestire la dialettica nei rapporti tra privato e pubblico
- Pronto a perseguire il miglioramento sia a livello personale che di team, dimostrandolo con i risultati
Un medico, insomma, che sappia mediare tra capacità professionale e umanità, tra visione generale del suo ruolo e attenzione al particolare.