L’esame di maturità è lo spartiacque preferito, soprattutto dal cinema, per segnalare il passaggio dall’adolescenza all’età matura allo scopo di dimostrare che la maturità non la si raggiunge mai (o mai del tutto). E’ questo un tema piuttosto abusato ma che riesce quasi sempre a divertire il pubblico perché mette in evidenza i difetti, i limiti dell’uomo (e della donna) di fronte alle responsabilità che dovrebbe assumersi in quanto ormai adulto.
Il Trio, Luca Latino, Flavio Moscatelli e Ezio Passacantilli, ripropongono l’argomento in un divertente lavoro per la regia di Leonardo Buttaroni, immaginando che i tre ormai maturati si ritrovino trentenni desiderosi di ripetere il viaggio vacanza che avevano fatto insieme una decina di anni prima per festeggiare l’ottenimento del diploma.
I tre sono romani e il loro accento, ormai sdoganato anche da rappresentanti di istituzioni molto prestigiose, è ben accetto anche ai milanesi che, se non altro, ne apprezzano le espressioni colorite, le metafore azzardate, le iperboli più fantasiose. Fin qui tutto bene.
I tre giovani comici sviscerano, con una certa disinvolta e divertente simpatia, il loro repertorio che, a parte qualche concessione al linguaggio scatologico o sessualmente allusivo, non scende mai nella scurrilità. Il pubblico si diverte alle gag, alle battute, alle maldestre trovate, alle surreali e grottesche fantasie che sembrano proprio giochi da ragazzini per poter ingannare la realtà che purtroppo bussa alla porta e chiede di entrare.
I problemi i tre ne hanno diversi ma quello che li accomuna è la paternità, argomento tutt’altro che banale ma qui trattato con la leggerezza e forse anche con l’incoscienza necessaria a un contesto umoristico.
Si parla di un padre mai conosciuto, di cui si sente la mancanza; della difficoltà di diventare padre, a causa di problemi con il proprio apparato riproduttivo; e quello altrettanto angosciante di stare per diventare padre senza essere assolutamente preparato per il ruolo.
Se vogliamo dare un taglio blandamente sociale a questa commedia, si può pensare che il calo della natalità nel nostro Paese sia dovuto anche all’incapacità dell’uomo di assumersi certe responsabilità. Forse è esagerato, ma qualche riflessione converrebbe farla. Perché certi giovani non vogliono crescere? Perché hanno tanta paura della vita? Sono abituati a troppo benessere?
Ma sono argomenti che qui non ha senso introdurre. Accontentiamoci di vedere i tre comici che, alla fine, rivivono, come in un sogno, la loro vacanza da adolescenti con spensieratezza, un po’ di nostalgia e molti rimpianti.
Una considerazione finale sul trio. Ci pare ben affiatato, attento ai tempi comici e ai ritmi rapidi delle battute, effetti che non si realizzano senza una preparazione attenta e, soprattutto, una profonda amicizia che, siamo certi, faccia da amalgama indispensabile alla base della macchina comica che i tre sono riusciti a costruire insieme.
Si replica stasera alle 20 e domani alle 16.