domenica, Dicembre 22, 2024
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Marisa Marz e le sue mostre personali

La futura esponente della corrente Arte Povera, nata Maria Luisa Truccato, vede la luce a Torino nel 1926 e sin da ragazza mette in mostra primi accenni di quella talentuosita’ artistica che la contraddistingueranno per tutta la vita.

Si sposa presto con Mario Merz, anch’egli legato all’Arte Povera, e Marisa farà uso del suo cognome in occasione di tutti gli eventi artistici che la vedranno impegnata. A metà degli anni Sessanta inizia a creare “cose”, come lei stessa le definirà, affermando che tra il lavoro e la sua vita non sussisterà mai una separazione, ma sempre un’unità di intenti.

E’ curioso da parte sua l’utilizzo di ciotole in cui versa acqua salata. Dopo la prevedibile evaporazione rimane solo un certo quantitativo di sale che si incastona nella ceramica lavorata. E Marisa crea pure “scodelle”, impiegando filo di nylon e maglia, che si trasformeranno in scarpette da ballerina.

Altri ritagli di maglia saranno da lei applicati al muro ed elogerà questo lavoro da inquadrarsi nello “spazio domestico”. Si lega molto a sua figlia Beatrice, tanto da bloccare, per almeno due anni, la propria attività artistica. Ma dopo questo periodo, Marisa si riprende inserendosi nel mondo della scultura. Infatti, fa uso di cera, paraffina, argilla non cotta adornata di fogli d’oro o di rame.

All’inizio degli anni Ottanta desidera rinunciare alle esposizioni personali per farsi conoscere all’estero. In effetti espone a Documenta, una delle più importanti manifestazioni internazionali d’arte contemporanea che ha luogo a Kassel, una piccola, ma elogiata fontana di cera.

Dal 1980 in poi, Marisa Merz tiene mostre personali di grande prestigio all’estero e in particolare si registra la sua presenza presso il Centre Pompidou di Parigi e il Museo di Winterthur in Svizzera nonché presso lo Stedelljk Museum di Amsterdam.

Insomma, l’artista riscuote successo anche per aver introdotto tecniche provenienti dall’artigianato (vedi i suoi particolari intrecci e i suoi raffinati cuciti), tecniche che le attribuiscono particolare dignità nel suo operare artisticamente.

Malgrado la morte del marito (2003) lei continua a lavorare, tanto che nel 2013 riceverà il Leone d’oro in occasione della 55.ma Biennale di Venezia. Si ammala, sotto il peso degli anni, nel 2019, nella sua città natale e si spegne nel luglio dello stesso anno.

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