venerdì, Aprile 26, 2024
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Maria De Matteis, scenografa e costumista

Nasce a Firenze nel 1898 e, sin da ragazza, bravissima in disegno, inizia a illustrare libri di fiabe ricorrendo ad una sua infinita risorsa, quella della fantasia. Cura in modo particolare la linea del volto dei personaggi da lei creati e i bambini l’apprezzano molto.

Dopo aver dedicato ai racconti tutto quanto poteva illustrare, con una penna assai viva, la osserviamo vicina al settore teatrale, in particolare quando diventa assistente di Gino Sensani, colui che viene considerato il primo costumista professionale italiano. Maria parte alla grande con indovinati allestimenti ne l’ “Alceste” di Gluck e poi ne “Il deserto tentato” di Casella.

Ma il grande colpo viene da lei preparato nel 1949 quando Luchino Visconti la prega di disegnare i costumi per “Troilo e Cressida” di Shakespeare. Un vero successo perché Maria prende in considerazione certi capolavori miniati del Medio Evo. Diventa al tempo stesso una magica interprete del colore più appropriato, tanto che ne “L’avaro” di Molière

e nell’”Ifigenia in Tauride” di Euripide riscuote numerosi applausi.

Negli anni 1954 – 1956 la troviamo al Piccolo di Milano ove è alle prese con la “Triologia della villeggiatura”. Qui è particolarmente apprezzata dal regista Giorgio Strehler. I suoi bozzetti relativi ai costumi sono così particolari che essi sono ancora conservati presso il Piccolo Teatro. Il grande Silvio D’Amico, critico teatrale, passai bene di lei, immergendosi nella sua “festa di colori” e nei “costumi validamente ispirati da dipinti d’epoca”.

Parecchio del suo merito viene attinto da una profonda conoscenza della storia dell’arte, concretizzando modelli che non si scostano mai dalla verità storica. Citiamo alcune sue creazioni di costumi nate per il cinema: “Ossessione” di Luchino Visconti, “La figlia del capitano” di Mario Camerini, “Mio figlio professore” di Renato Castellani, “Guerra e Pace” diretto da King Vidor, ottenendo la nomination all’Oscar per i migliori costumi.

Prosegue lstupenda carriera di Maria De Matteis anche negli anni Settanta con “Waterloo” di Sergej Fedorovic Bondarcuk, ove la sua creatività esplode nel modo più vivo e professionale. Per la televisione si mette in pista, malgrado l’età avanzata, con “Verdi” e “Cristoforo Colombo”, una miniserie diretta da Alberto Lattuada. Anche qui un meritato successo.

Ammalatasi nel corso del 1988, ci lascia per sempre a Roma, con molto rimpianto, nel dicembre dello stesso anno.

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