di Ugo Perugini
Divertente e gustosa la rielaborazione dell’ultimo lavoro del grande commediografo francese del Seicento, portata in scena da Andrea Buscemi, che ne è stato anche il brillante protagonista, al Teatro San Babila (fino al 1 novembre).
La storia è notissima: l’ipocondriaco Argante ha scelto nella vita il suo ruolo di malato, anche per avere su di sé tutta l’attenzione delle persone che vivono accanto a lui: Angelica, la figlia realmente affezionata al padre, la seconda moglie, bella, ma opportunista e interessata esclusivamente alla sua eredità, Tonina, la serva, furba e concreta, ma fedele.
Argante nutre assoluta fiducia in Purgone, un medico millantatore e incompetente, pagato profumatamente per assecondare il suo ossessivo bisogno di salute ma che di nascosto ha una tresca con la moglie. La decisione di Argante di far sposare contro la sua volontà la figlia – innamorata del giovane Cleante – a Purgone, per potersi mettere in casa un medico a tempo pieno, scatena varie reazioni.
La moglie di Argante, al rifiuto di Angelica di sposare Purgone, propone che la ragazza venga rinchiusa in convento, e da parte sua cerca di trovare delle soluzioni per entrare in possesso prima possibile dell’eredità del marito. Sarà Tonina, la serva – vero deus ex machina della vicenda – a sbrogliare la matassa, prima fingendosi medico luminare per convincere Argante che non è affatto malato e poi a indurre il suo padrone a fingersi morto per consentirgli di capire chi gli vuole bene sul serio. E con questo stratagemma la verità viene a galla.
La trama della commedia, come si vede, è stata decisamente semplificata rispetto al lavoro di Moliere, riconoscendo un ruolo molto più strategico al personaggio della serva. Così facendo, la vicenda assume i veri e propri connotati di una farsa, i personaggi diventano maschere ed emerge in tutta la sua forza dissacrante l’atmosfera plautina, sempre peraltro sobria e mai sguaiata.
La commedia ancor oggi continua a lanciare messaggi interessanti. Nella nostra epoca, ad esempio, non esistono più i dottor Purgone – fatta qualche debita eccezione – ma prospera l’industria della salute sulle nostre paure, spesso indotte dalla pubblicità.
Senza dimenticare l’accenno al tema, senza tempo davvero, dell’ipocrisia in cui siamo tutti immersi. Che spesso tolleriamo anche in chi ci è più vicino per paura di vedere la realtà, di infrangere uno status quo, di rimetterci in discussione.
Ottima la performance degli attori, liberi anche di improvvisare in certe circostanze, giocando sul canovaccio con vivacità e ironia. Una particolare segnalazione, oltre al già citato Andrea Buscemi, va alla Tonina, interpretata da un’ottima Livia Castellana. Tra gli altri interpreti è giusto citare, la bella moglie, Nathalie Caldonazzo, Angelica, Martina Benedetti, il dottor Purgone, Nicola Fanucchi e Creante, Simone Antonelli.