venerdì, Aprile 26, 2024
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La Madonna Litta al Poldi Pezzoli fino al 10 febbraio 2020

di Ugo Perugini  —–

Finalmente la “Madonna Litta”, proveniente dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, è tornata a Milano, dove nell’atelier di Leonardo da Vinci, era stata concepita e realizzata intorno al 1490. E i milanesi potranno ammirarla fino al 10 febbraio 2020 presso il Museo Poldi Pezzoli, insieme ad altre venti opere, sette disegni e due incisioni.

Tra questi lavori, anche quelli di Giovanni Antonio Boltraffio, Marco d’Oggiono e Francesco Napoletano che lavorarono accanto al grande Maestro da Vinci.

Gli studi più recenti, ma anche le analisi tecnico-scientifiche, radio e spettrografiche sulle opere svolte grazie al sostegno del main partner Fondazione Bracco, hanno portato  a scoperte incredibili.

Leonardo, grande organizzatore non “genio solitario”

E’ sempre meno facile attribuire con sicurezza un’opera come la Madonna Litta, a un unico artista, lo conferma anche Pietro C. Marani, il più grande studioso di Leonardo. Il lavoro che sta a monte di quest’opera non possiede quella omogeneità di tecnica esecutiva, di stile, di mano che dovrebbe avere per essere definita “autografa”, cioè completamente attribuibile a un solo autore.

Se, questa constatazione, da un certo punto di vista, può ridimensionare l’idea del genio solitario che abbiamo nutrito un po’ ingenuamente nel tempo, dall’altro scopriamo, con piacere, come funzionava l’atelier di Leonardo in quegli anni dell’ultimo decennio del Quattrocento. Ed è una gradevole sorpresa.

Leonardo, sotto questa nuova luce, diventa un “imprenditore”, come dice Annalisa Zanni, direttrice del Museo, a capo di un gruppo di artisti che seguivano le sue idee e le sue invenzioni anche se poi, suddividendosi i compiti e le mansioni, contribuivano alla realizzazione, ognuno secondo la propria originalità e creatività. E, in questa divisione del lavoro, Leonardo doveva molto al Verrocchio di cui era stato allievo.

E i collaboratori, soprattutto quelli più vicini a lui,  Leonardo li sceglieva con attenzione e quanto a esperienza e intelligenza, seppure in modo diverso, non erano secondi a nessuno. Ricordiamo, ad esempio, che Marco d’Oggiono era figlio di un orafo, pittore e miniatore, mentre Boltraffio, proveniente da famiglia nobile, era, per così dire, un pittore per passione che però assorbì meglio di Marco l’arte del maestro, come dimostra la “Madonna del fiore”, esposta anch’essa al Poldi Pezzoli.

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Giovanni Antonio Boltraffio – Madonna del fiore

Possiamo perciò parlare di un lavoro di gruppo, di un team affiatato, che però prendeva spunto sempre dalle idee che scaturivano dalla mente del maestro, Leonardo, sotto la cui supervisione venivano poste tutte le opere che uscivano dall’atelier.

La tenerezza della maternità

Ma torniamo alla “Madonna Litta”. Ha ragione Pietro Marani quando sostiene che l’opera non ha un intento religioso, al contrario di certe opere di epoche precedenti. Qui, l’idea è quella di mettere in evidenza il rapporto intimo e profondo tra una donna e il proprio bambino che sta poppando. Basta osservare lo sguardo che promana dalla madre, dolce e partecipe, e il bambino che si volge verso chi osserva l’opera, con gli occhi languidi, incantati dal piacere di nutrirsi “della madre”.

Vedere una donna che allatta al seno il suo bambino è una delle più belle manifestazioni d’amore, che ci accomuna tutti, e riesce a far emergere i sentimenti più puri e autentici, dalla tenerezza al senso della sacralità della vita e della maternità.

Eppure, anche ai giorni nostri, per alcuni “moralisti”, che  si appellano al “comune senso del pudore”, un gesto del genere potrebbe essere giudicato scandaloso. Una delle tante contraddizioni di una società, che si vanta di aver superato tutti i suoi tabù. La modernità della “Madonna Litta”, forse, sta anche in questo.

La Mostra “Leonardo e la Madonna Litta” è curata da Andrea di Lorenzo e Pietro C. Marani. Orari mercoledì – lunedì: 10,00-18,00 chiuso il martedì. Da sabato 16 novembre e per tutti i sabati apertura prolungata alle 21,00. Biglietti: intero 14 euro, ridotto 10 euro. Il catalogo “Leonardo e la Madonna Litta” è stato realizzato da Skira, 152 pag., 29 euro.

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