domenica, Novembre 17, 2024
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Luce d’Eramo, la scrittrice con due lauree

Nasce a Reims, in Francia, nel 1925. Frequenta elementari e medie in questa città e i suoi compagni di classe, sottolineando ironicamente le sue origini italiane, la chiamano ”la petite macaroni”. Adotterà il cognome ”d’Eramo” dopo il matrimonio con Pacifico, insegnante di filosofia e reduce dalla disastrosa spedizione in Russia.

Giovanissima, abbraccia l’ideologia fascista, una conseguenza considerata naturale poiché tutta la sua famiglia condivide da sempre pensieri e attività svolte da Benito Mussolini. Diventa anche volontaria nazista in Germania e vive di espedienti in quella nazione che, con il trascorrere dei mesi, si avvicina sempre più al baratro della sconfitta.

Si mette tuttavia in un grosso guaio a Magonza, quando, durante un bombardamento, un muro le crolla addosso. Si riscontreranno sul suo corpo diverse fratture, in modo particolare quelle assai gravi riguardanti la spina dorsale, che la costringeranno a ricorrere alla sedia a rotelle per tutto il resto della sua vita.

Nel 1939 il padre di Luce aveva deciso di rientrare in Italia senza mai rinunciare alle proprie idee. Nel 1943 si dichiarava addirittura fedele assertore della politica mussoliniana e diventava sottosegretario alla Propaganda nel governo che sosteneva la RSI.

Dal febbraio 1944 al febbraio 1945, Luce d’Eramo compie viaggi all’interno della Germania e le sue impressioni sui Lager e sulle macerie di Monaco vengono descritte autobiograficamente nel suo libro più famoso dal titolo ”Deviazione”, una storia che guarda in faccia al Male e all’Orrore, pubblicata soltanto nel 1975.

A Padova, nel dopoguerra, si laurea in Lettere con una tesi relativa alla ”Poetica” di Giacomo Leopardi e alcuni mesi dopo in Filosofia con una tesi sulla ”Critica del giudizio” di Immanuel Kant. Successivamente, malgrado Luce si professi ammiratrice di Marx, subisce uno smacco. Infatti, viene rifiutata la sua iscrizione al PCI , considerati i suoi trascorsi fascisti.

Ma ad ogni buon conto, la scrittrice si afferma come saggista, con testi decisamente anticonvenzionali, per esempio in ”Roskolnikov e il marxismo”, ove tra l’altro entra in polemica con Moravia. Tuttavia, il suo libro più impegnativo, che riguarda uno studio assai complesso su ”L’opera di Ignazio Silone”, mette in evidenza tutto il suo legame, soprattutto intellettuale, con questo giornalista, politico e drammaturgo.

Va comunque sottolineato che il libro, al quale Luce si dichiarerà molto affezionata, si intitola ”Partiranno”. Si tratta di un romanzo fantascientifico che descrive alcuni alieni presenti sulla Terra, ritenuti assai gentili e curiosi di effettuare la conoscenza con il genere umano.

Luce d’Eramo si ammala nel febbraio del 2001 e si spegne a Roma il mese successivo.


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