L’ordine degli Umiliati a Milano

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Quest’ordine religioso, fondato nel XII secolo, nasceva come confraternita di tessitori, ma soprattutto si basava su una severa regola religiosa che intendeva contrapporsi a certi agi che il clero stava sfoggiando in forma esagerata. Contestava infatti certe loro spese, giudicate eccessive, proponendo per contro una vita quotidiana assai semplice.

Ma i tempi in epoca spagnola, nel Seicento, stavano per mutare e gli stessi Umiliati, che nel frattempo si erano arricchiti grazie ad una serie di operazioni commerciali, riuscivano addirittura a contribuire allo sviluppo del ducato milanese. Inoltre, per effetto di certe rendite che incassavano, vivevano spesso oziosamente, sconfessando il loro passato.

La loro sede era presso l’abbazia di Viboldone (vedi foto) e le attività incrementate si estendevano sino a Monza, al Lodigiano e anche a Cremona. Il cardinale Carlo Borromeo si era però reso conto che gli Umiliati stavano progressivamente tradendo le regole dettate nei secoli pregressi, mentre egli si mostrava sempre più garante della Controriforma.

Infatti, si era reso promotore di ferree normative moralizzatrici nei confronti del clero milanese. Inutile sottolineare che gli Umiliati non gradivano certe ispezioni di Carlo Borromeo, certe sue ingerenze, soprattutto in merito all’assegnazione dei benefici e al trasferimento, giudicato non trasparente, dei beni. Poi inseri’ la revoca dei parroci non residenti e altro ancora.

Per la verità, il cardinale Borromeo non desiderava sopprimere l’ordine degli Umiliati, ma voleva anzitutto tentare di rinnovarlo e anche di riformarlo. Tuttavia, quando il cardinale fu preso di mira con una archibugiata da parte di di Gerolamo Donati, detto “il Farina”, ex frate, appartenente guarda caso all’ordine, provocando una forte ondata emotiva che si sparse in tutta Milano e non solo, la soppressione dell’ordine stesso si fece inevitabile.

Infatti, papa Pio V, decisamente toccato dal pesante attentato che, per fortuna, non provocò danni al prelato, dispose senza meno la relativa abrogazione. Era il febbraio del 1571. Allo stesso tempo, i ricchi averi accumulati dall’ordine in parecchi anni furono incamerati dall’Arcivescovado e destinati a quelle istituzioni religiose decisamente meritevoli.

La fetta più cospicua dei beni toccò ai Gesuiti, i quali iniziarono presto la costruzione di quel meraviglioso palazzo oggi sede dell’Accademia di Brera. Non solo. Furono in grado, tra l’altro, di far erigere la chiesa di San Fedele, con a fianco chiostri e un edificio. Questo tempio, come noto, fu particolarmente caro ad Alessandro Manzoni.

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