di Carlo Radollovich
Dopo molteplici opinioni espresse da alcune associazioni, famiglie e sindacati, tutti contrari all’effettuazione del test, l’istituto di via Respighi ha rivisto le proprie posizioni dopo accesi dibattiti, decidendo di abolire il test d’ingresso.
Questa prova si svolgeva dal 2011 con una precisa finalità: selezionare le domande d’iscrizione per assegnare, sulla base dei risultati conseguiti dagli alunni, i posti disponibili. Si consideri che, in occasione dell’ultimo test, il liceo scientifico Leonardo da Vinci era in grado di accogliere soltanto 250 studenti su un totale di 850 candidati.
La prova consisteva in 45 domande relative a matematica, italiano e inglese, domande che evidenziavano una certa complessità e spesso contestate vivamente.
Dal prossimo anno, gli studenti dovranno presentare, all’atto dell’iscrizione, soltanto una valutazione di giudizio, espressa dai professori di terza media. Qualora, come si prevede, non ci fosse disponibilità per tutti, si attuerebbe il sorteggio.
L’abolizione del test, per la verità, non è stata deliberata dal liceo con una consistente maggioranza. Ha prevalso in ogni caso la considerazione relativa all’incostituzionalità di questo esame poiché, nell’ambito della scuola dell’obbligo, il diritto allo studio va in ogni modo garantito.
Va ora affrontato un nuovo problema che si pone a questo liceo, ossia quali decisioni prendere relativamente agli esuberi d’iscrizione. Dare la precedenza a quegli alunni le cui famiglie risiedono in zona? Effettuare i sorteggi con criteri diversi, ma quali? Esaminare con molto rigore i giudizi espressi dai professori di terza media, ma quali parametri adottare? Le discussioni procederanno sicuramente ancora per settimane e ci si augura comunque che il tutto venga risolto a solo vantaggio e beneficio degli studenti.