di Carlo Radollovich
Fu lo stesso Lorenzo il Magnifico a rivolgersi direttamente a Leonardo affinché si recasse e dimorasse a Milano in veste di rappresentante artistico della città di Firenze. Correva l’anno 1482 e lo scienziato accettò di buon grado questo incarico, dopo che il suo nome era stato escluso dalla rosa di coloro che si sarebbero recati a Roma per affrescare le pareti della Cappella Sistina.
Si trasferì presso il Castello Sforzesco con il pieno consenso di Ludovico Sforza, detto il Moro, e vi resterà per diciotto anni sino alla caduta dello stesso Ludovico a seguito dell’arrivo delle milizie francesi, alla cui testa vi era Luigi XII.
Leonardo si offrì alla corte milanese in qualità di ingegnere militare, architetto, scultore e pittore. Ma al Moro, più che le sue ottime caratteristiche di tecnico militare e di esperto in tema di arte, interessava essenzialmente circondarsi della presenza di personaggi di spicco che potessero elogiare e magnificare la propria potenza.
Anche Leonardo contribuì a rafforzare l’aulica immagine del duca. Infatti, allestiva banchetti a corte, disegnava scenografie per spettacoli teatrali in cui la figura di Ludovico primeggiava, componeva motti di sicura brillantezza e addirittura inventava giochi per rallegrare la famiglia Sforza.
Quasi contemporaneamente, Leonardo riuscì a farsi luce e ad imporsi anche come pittore. Nacquero tra le altre opere la “Vergine delle rocce”, “La dama con ermellino”, il “Ritratto di musico” e poi la ben nota “Ultima Cena”.
Egli decoro’ la Sala delle Asse e i camerini della Ponticella (un piccolo ponte coperto che si trova sul fianco destro del Castello e che attraversa il fossato) e fu pure alle prese con un grande monumento equestre da collocare all’ingresso del Castello stesso. Ad un certo punto, Leonardo chiese due anni di retribuzioni arretrate pure riguardanti i suoi collaboratori. Ma il Moro, evidentemente a corto di liquidi, gli fece dono di una vigna nella tenuta degli Atellani.
E quando il grande cavallo, realizzato dapprima in terracotta per poi essere pronto per la fusione, si sentì rispondere che tutto il bronzo doveva essere utilizzato per fabbricare cannoni da impiegare contro i francesi. Occorrerà attendere quasi cinquecento anni per vederlo realizzato…
Dal 1499 iniziarono le sue peregrinazioni: Mantova, Venezia, il ritorno a Firenze.
Tra il 1508 e il 1513, Leonardo lavorò per Luigi XII, sempre a Milano, e si occupò tra l’altro di problemi geologici, idrografici e urbanistici.
Tornati gli Sforza nel 1513, egli decise di abbandonare definitivamente la nostra città e si mise in viaggio per Roma.