lunedì, Dicembre 23, 2024
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LE ARDIMENTOSE SIGNORE IN AEROSTATO

di Carlo Radollovich

La scorsa settimana (“ilMirino” del 26 febbraio), avevamo descritto tra l’altro l’ascensione in aerostato del conte Paolo Andreani. Il suo volo venne considerato come una sorta di innovativa “spinta” verso il cielo, intendendo imitare quella dei fratelli Montgolfier.

Forse non tutti ricordano che, nell’Ottocento, ci furono anche alcune ardimentose signore, le quali, a proposito di pallone aerostatico, si cimentarono in diverse imprese a centinaia di metri d’altezza, non disgiunte da pericolose acrobazie.

La prima fu la francese Sophie Blanchard (1778 -1819) nota ai milanesi per aver “scalato” il cielo della nostra città in data 15 agosto 1811, giorno in cui compiva il 42.mo compleanno Napoleone Bonaparte. Tutti furono colti da viva sorpresa per questo emozionantissimo volo.

Si volle sapere tutto su di lei e si scoprì che era la moglie di Jean-Pierre Blanchard il primo aeronauta professionista della storia. Quando questi morì (1809), volle proseguire da sola l’esperienza del volo in pallone. Nella primavera del 1811 viaggiò da Roma a Napoli salendo sino a 3500 chilometri d’altezza. Purtroppo, nel lanciare fuochi d’artificio sopra Parigi (1819), si sviluppò un incendio a bordo che, nel giro di pochi secondi, la fece precipitare al suolo trovando immediatamente la morte (vedi dipinto).

Nel 1824, una certa Eufrasia Bernardi spiccò il volo sopra le teste degli increduli spettatori che avevano preso posto sulle gradinate dell’Arena. La donna si guadagnò il titolo di prima aeronauta italiana, volteggiando sopra la città con incredibile maestria.

Un’altra appassionata di aerostati fu Elisabeth Garnerin, francese, nipote di Jeanne Labrosse (1775 – 1847), la quale aveva sposato quel Jacques Garnerin, ritenuto l’inventore del paracadute. Elisabeth, che aveva effettuato diverse ascensioni in Lombardia, era chiamata dai nostri concittadini “La madama del ballon”.

Le cronache del 18 aprile 1824 riferivano come la ragazza, all’interno dell’Arena, si elevasse “maestosamente” da terra tra applausi e trepidazioni vissute dal pubblico. L’ascesa durò circa cinque minuti e la discesa avvenne tramite paracadute in un’atmosfera da sogno.

Venne contemporaneamente segnalato come la padronanza dei mezzi (pallone e paracadute) fosse a dir poco perfetta e si disse comunque come la prodigiosità dello spettacolo scaturisse non soltanto dalle abili manovre dell’aeronauta, ma anche dalle caratteristiche scientifiche che stavano emergendo, caratteristiche che avrebbero indicato lo studio delle iniziali vie del progresso per la conquista del cielo.

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