di Stefania Bortolotti
L’incidenza delle malattie allergiche è aumentata negli ultimi decenni. Attualmente ne soffre quasi il 30% della popolazione europea e si assiste alla crescita del numero di persone che soffrono di infertilità. Entrambe le problematiche sono legate al sistema ormonale e immunitario: esiste una relazione causale tra i disturbi allergici e la fertilità?
Ne parliamo con il dottor Claudio Brigante, coordinatore del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi degli Istituti Clinici Zucchi di Monza del Gruppo San Donato.
L’allergia è una reazione causata dalla ipersensibilità del sistema immunitario, che si traduce in differenti conseguenze immunologiche dell’organismo. L’incidenza delle malattie allergiche è aumentata negli ultimi decenni e attualmente quasi il 30% della popolazione europea soffre di qualche tipo di allergia: rinite, asma atopica, bronchite, congiuntivite allergica, dermatite atopica. I sintomi dell’allergia sono provocati da sostanze chimiche, additivi alimentari naturali e artificiali, spezie, polline, muffe, pelo di animali e altre sostanze. L’organismo entra quotidianamente in contatto con questi allergeni, stimolando nelle persone ipersensibili una risposta del sistema immunitario, con conseguenze che si manifestano solitamente nel sistema respiratorio, digerente e a livello cutaneo. La risposta a un allergene provoca molte reazioni nel sistema immunitario, causando infiammazioni locali. Possono queste infiammazioni influire anche sulle possibilità di concepimento delle donne?
“La risposta a un allergene può causare infiammazioni locali e incentivare la presenza di cellule infiammatorie nel flusso sanguigno.” – spiega il dottor Claudio Brigante – “Per questa ragione, l’infiammazione allergica può influenzare secondariamente anche il sistema riproduttivo, mediante reattività con gli ormoni sessuali, in particolare con gli estrogeni. Il risultato di queste interazioni è, da un lato, l’aumento della sensibilità agli allergeni, e dall’altro l’aumento degli estrogeni stessi. Per valutare come le allergie influiscano sulla fertilità femminile, possiamo prendere in esame tre fattori, ovvero la regolarità del ciclo mestruale, il tempo di gravidanza e il tasso di fertilità”.
Studi epidemiologici mostrano che il 15-20% delle donne in età riproduttiva soffre di ciclo mestruale irregolare. Il segnale più comune di un ciclo irregolare sono le mestruazioni che arrivano di rado o troppo frequentemente o addirittura sono totalmente assenti. Questo significa che l’ovulazione non avviene regolarmente e che quindi il concepimento potrà risultare difficile. Uno studio condotto su 8.588 donne del nord Europa ha indagato il legame esistente tra asma/allergie respiratorie e irregolarità del ciclo mestruale, riscontrando una prevalenza di sintomatologie allergiche nelle donne con periodi mestruali irregolari. Il tempo di concepimento (TTP) indica quanto impiegano le coppie a concepire e diversi fattori possono avere un impatto su di esso. Uno studio ha analizzato la relazione esistente tra tempo di concepimento e asma, evidenziamo come il tempo medio richiesto ad una donna asmatica per concepire un figlio sia superiore a quello richiesto ad una donna non asmatica. La percentuale di asmatici con TTP maggiore di un anno è stata del 27% contro il 21,6% dei non asmatici. L’infiammazione cronica ha un grande effetto sulla fertilità, aumentando il TTP, e le conseguenze del processo infiammatorio delle vie aeree inferiori nelle donne asmatiche hanno un impatto sull’infiammazione del sistema produttivo. È stato inoltre osservato che un discreto numero di donne che si sottopongono a trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita utilizza farmaci antiasmatici. Il tasso di fertilità è il numero di nati vivi per 1.000 donne. Uno studio condotto nel Regno Unito sui tassi di fertilità nelle donne affette da asma e rinite allergica, in relazione a quelli della popolazione femminile non allergica, ha rilavato tassi di fertilità simili in entrambi i gruppi. Le donne con allergie e asma, nonostante l’infiammazione sistemica, non presentano un tasso di fertilità ridotto.
“Possiamo dunque affermare, sulla base delle evidenze scientifiche esistenti, che le donne allergiche hanno un ciclo mestruale più irregolare e un tempo di concepimento più lungo rispetto alle donne non allergiche, ma che la malattia allergica non influisce sul tasso di fertilità, che è simile a quello delle donne sane.” – conclude il dottor Brigante – “Il mio consiglio in caso di difficoltà a raggiungere una gravidanza dopo 6 – 12 mesi di rapporti non protetti, specie in caso di età della donna superiore ai 35 anni o in caso di presenza altre problematiche, è comunque quello di rivolgersi a uno specialista, per indagare insieme le possibili cause e programmare eventualmente un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita”.