mercoledì, Aprile 24, 2024
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Duomo di Milano: i necessari “ritocchi”

I lavori del nostro Duomo, iniziati nel corso del 1386, si infittirono l’anno successivo, quando il duca Gian Galeazzo Visconti, proprietario di diverse terre attorno al Lago Maggiore, autorizzò il necessario prelievo del marmo dalle sue cave di Candoglia, oggi situate nella provincia piemontese di Verbano-Cusio-Ossola.

Lo stesso duca consentì il trasporto del materiale su appositi barconi attraverso alcune vie d’acqua partendo dal fiume Toce, poi navigazione nel Lago Maggiore, nel fiume Ticino e infine approdo nel Naviglio milanese sino alle strette vicinanze del Duomo.

Come noto, su tali barconi appariva la sigla AUF (Ad Usum Fabricae), da cui nacque l’espressione “Mangiare a ufo” ossia gratuitamente, anche a sbafo. Grazie a tale sigla, i trasportatori risparmiavano qualsiasi tipo di pedaggio.

A proposito del marmo di cui è costituito il Duomo, ecco una curiosità: rappresenta l’unico tempio al mondo che dispone di una sua cava personale. Anche a tutt’oggi si fa uso della stessa quando è necessario inserire “pezzi di ricambio” in pietra per l’usura a cui si va incontro con il trascorrere del tempo.

La Veneranda Fabbrica del Duomo si affida esclusivamente al marmo di Candoglia per evitare che qualsiasi forma di rigetto o intolleranza possa insorgere “inquinando” la struttura del Duomo durante qualsiasi opera di rifacimento. Insomma, si preferisce inserire la stessa qualità di marmo. Identica precauzione venne adottata quando si iniziò a restaurare il tiburio, la parte più antica del tempio.

Va ricordato che, con il tempo, si verificano azioni disgreganti sul marmo, colpa degli agenti chimici (smog, nebbie, piogge acide) e fisici (si passa dalle fredde temperature invernali a quelle caldissime in estate).

Nel 1972 fu necessario sostituire più di mille elementi di marmo, mentre tra il 2003 e il 2008 fu indispensabile applicare idrorepellenti quando, con l’occasione, si dovette mettere in sicurezza la parte alta della facciata. Venne inserito anche un particolare impianto per scoraggiare la presenza di piccioni.

Successivamente, per identificare al meglio quel “mal di pietra” che la struttura porta inevitabilmente con sé, da anni, si utilizzarono le più avanzate tecnologie che, come confidiamo, riusciranno a proiettare nel futuro “el noster incomparabil Domm”.

Sarà compito della Veneranda Fabbrica del Duomo (costituitasi il 14 ottobre 1387) adoperarsi nel modo più valido possibile per assicurare lunga vita al nostro più importante gioiello cittadino.

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