martedì, Dicembre 24, 2024
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L’apocalisse è solo colpa nostra. All’Out Off il monologo di Elena Arvigo fino al 19 novembre

Le donne e la guerra è un progetto che l’attrice Elena Arvigo ha cominciato a sviluppare nel 2013. Il titolo di tale progetto “Le imperdonabili” sottolinea il ruolo subalterno femminile, spesso costretto a subire attraverso dolori e tragedie immani, le scelte sbagliate o gli errori degli uomini con il loro desiderio di controllare o dominare la natura o peggio cercare di sopraffarsi a vicenda.

Due gli episodi che l’attrice, alla quale di recente è stato assegnato il Premio Nazionale “Maschera del Teatro italiano 2023”, rievoca attraverso un appassionato monologo: l’esplosione della centrale nucleare di Cernobyl il 26 aprile 1986 e il lancio della bomba atomica il 9 agosto 1945 su Nagasaki. Entrambi gli episodi tratti da due testimonianze di chi le ha vissute in prima persona, cioè Svetlana Aleksievich e Kyoko Havashi.

Episodi che pur essendo lontani nel tempo rappresentano una tragica attualità. Pensiamo alle guerre in Ucraina e nella striscia di Gaza e la paura sempre latente che qualcuno voglia ricorrere alle armi nucleari.

Possibile che l’uomo non si renda conta di quello cui va incontro? Il filosofo Gunther Anders, morto nel 1992, diceva nel suo libro premonitore, intitolato “L’uomo è antiquato”,  che “la possibilità dell’apocalisse è opera nostra”. L’uomo, infatti, capace di inventare strumenti sempre più raffinati e complessi (vedasi più di recente l’Intelligenza Artificiale) è realmente capace di esserne padrone o , al contrario, rischia di essere dominato o addirittura annientato da essi?

La forza distruttiva del nucleare è in grado di creare catastrofi immani. Le abbiamo già provate sulla nostra pelle. La Arvigo cala queste tragedie nel quotidiano. Nella vita di ogni giorno e solo così è possibile comprenderne appieno l’angoscia e l’assurdità. L’attrice incarna la moglie di un vigile del fuoco che accorre presso la centrale esplosa in Unione Sovietica e il suo calvario di fronte alla terribile fine del suo compagno. E, in un’altra scena, la donna giapponese sopravvissuta miracolosamente alla deflagrazione della bomba atomica in Giappone e il suo sentimento di fronte alla angoscia che vive.

Nel suo spettacolo, Elena Arvigo ci regala inoltre una lettura sconvolgente anche perché ancora più vicina a noi – e che ci ricorda le recenti stragi di bambini nella guerra israelo-palestinese – cioè il bombardamento a Milano della Scuola Francesco Crispi di Gorla del 20 ottobre 1944 che uccise 184 bambini, oltre agli insegnanti. La storia è quella raccontata dal drammaturgo  Roberto Traverso in un resoconto dal titolo significativo“Ecco la guerra!”

La frase che ci sentiamo di riportare da questa tremenda rievocazione e che non dovremmo mai dimenticare è la seguente: “La guerra è una profonda ingiustizia, soprattutto per gli innocenti e non c’è nessuna ragione che potrà mai fare giustizia di questa ingiustizia”

Tornando ad Elena Arvigo, non possiamo che sottolineare l’efficacia della sua prova attorale, in una recitazione senza enfasi che riesce a dare espressività alle parole che pronuncia caricandole di significati autentici, diretti, subito comprensibili, sempre sorretta da una personalità consapevole e matura.

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