La fondatrice del FAI, appartenente ad una delle più antiche famiglie lombarde, nasce a Merate (ma si è sempre sentita milanese d’adozione) nel giugno 1923.

Tiene con polso fermo nelle sue mani, sino al 1974, la gestione del più diffuso giornale italiano, il Corriere della Sera, sotto la prestigiosa direzione di Giovanni Spadolini e di Piero Ottone. Ma già nel 1965 viene nominata consigliere nazionale di Italia Nostra, nella sede di Milano, assiduamente impegnata nei settori che riguardano i beni culturali e ambientali.

Risulta grande la sua popolarità quando crea il Fondo Ambiente Italiano (FAI), paragonabile sotto un certo aspetto al National Trust inglese, con il compito di salvare dal degrado numerose testimonianze della nostra Italia, testimonianze non soltanto di interesse artistico, ma anche storico.

Ricordiamo soltanto alcune delle acquisizioni di spicco effettuate da parte del Fondo: il borgo di San Fruttuoso a Camogli, l’antica Villa Panza di Biumo Superiore (oggi un quartiere di Varese), Villa Monzino di Balbaniello in provincia di Como (una romantica dimora del XVIII secolo con un splendido giardino), la Villa della Porta Bozzolo di Casalzuigno, in provincia di Varese (dimora patrizia del Cinquecento con giardino all’italiana a dir poco imponente).

Giulia Maria Crespi si impegna anche nell’aiutare generosamente tutte quelle associazioni che si battono contro il degrado di opere d’arte italiane, che non hanno eguali nel mondo. La troviamo altresì come valida collaboratrice presso l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, lanciando una specifica “guerra” contro pesticidi e diserbanti.

Sempre presente a convegni di spicco, si batte per la salvaguardia di una corretta alimentazione, della sana agricoltura e della frutticoltura biodinamica. Si spegne serenamente in Milano, di vecchiaia, nel mese di luglio del 2020.

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