venerdì, Aprile 26, 2024
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Là dove c’era l’erba ora c’è una città… I danni della cementificazione

di U. Perugini

Lombardia e Veneto sono le regioni italiane in cui si consuma più suolo nel Paese, ed è nella macroregione del Nord, comprese anche Piemonte ed Emilia Romagna, che si perde oltre la metà del territorio agricolo nazionale, per trasformarlo in nuove urbanizzazioni e infrastrutture.

Il record lombardo nella cementificazione di suolo, secondo una recente ricerca,  nel 2017 spetta alla provincia di Milano, che ha visto sparire 121 ettari di zolle, seguita dalla provincia di Pavia (99,2 ettari) e da quella di Bergamo (78,8 ettari).

Negli ultimi anni, a partire dal 2007 (anno della crisi) si sta registrando una inversione di tendenza. Alla base ci sono diversi fattori: il surplus di offerte immobiliari, il fatto che, dopo la Brebemi, non sono state realizzate altre grandi opere che hanno pesato sull’indice del consumo di suolo, e infine le nuove norme introdotte: pensiamo alla legge regionale 31 del 2014.

Consumo del suolo: perché è un fenomeno grave? Il suolo è una risorsa limitata, quindi preziosa

Il suolo è come l’acqua e l’aria: sono risorse limitate e non rinnovabili. Oltretutto, sono indispensabili per la nostra vita, in quanto dal suolo ricaviamo la produzione di alimenti. Ecco perché è un bene che va difeso e preservato. E non dimentichiamo inoltre il valore ambientale, sociale, culturale ed economico che il suolo rappresenta per tutta la comunità. Se vi è una cementificazione continua si rischia di creare un danno irreversibile.

Qualcuno potrà dire che è altrettanto importante che vengano costruiti nuovi edifici, soprattutto per abitazioni, e che questa attività ha creato lavoro per molte persone. Ciò è solo in parte vero. Come abbiamo visto, l’offerta immobiliare è già molto alta e, forse, ci sarebbe più necessità di ristrutturare vecchi edifici che costruirne di nuovi.

Ma non bisogna dimenticare che negli ultimi anni il consumo del suolo ha creato anche una forte speculazione edilizia a vantaggio di pochi operatori immobiliari e a scapito dell’intera comunità, inoltre, spesso i Comuni si sono trovati “costretti” a lottizzare per ottenere entrate economiche tramite gli oneri di urbanizzazione.

La speculazione immobiliare non produce sviluppo durevole, ma in genere creazione di rendite. Negli anni in cui in Lombardia si è costruito di più, il benessere della popolazione non è cresciuto. Oltretutto, la speculazione finanziaria, legata al mercato immobiliare gonfiato, è una delle principali cause di crisi economica.

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