venerdì, Dicembre 20, 2024
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La campagna itinerante promossa da AIL

Un Centro sul territorio di alto profilo e competenza con elevati standard di qualità e sicurezza, autorizzato alla somministrazione: l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova… 

…La partecipazione di specialisti e ricercatori allo sviluppo e alla sperimentazione delle terapie. La sezione AIL di Genova, una delle prime a livello regionale, che supporta il percorso di cura dei pazienti e dei loro familiari e collabora con il Centro per monitorare l’efficacia dei trattamenti e supportare la ricerca. Sono alcuni fattori che collocano la Liguria all’avanguardia sul fronte delle CAR-T, le cure che ingegnerizzano i linfociti T per aiutarli a combattere i tumori e che rappresentano la grande speranza nel trattamento delle malattie oncologiche e onco-ematologiche. Sei quelle già approvate a livello europeo, con tassi di remissione completa fino all’82% per la Leucemia Linfoblastica Acuta, il tumore più frequente in età pediatrica; tra il 40 e oltre il 50% per due Linfomi non-Hodgkin molto aggressivi (Linfoma diffuso a grandi cellule B e Linfoma primitivo del mediastino); una risposta completa nel 53% dei pazienti con Linfoma follicolare e nel 67% dei pazienti con Linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario; e un importante miglioramento della sopravvivenza (2 anni per oltre il 50% dei pazienti) nel Mieloma. Attualmente queste terapie vengono studiate anche per l’impiego contro altre malattie ematologiche e i tumori solidi. 

Le CAR-T sono una speranza sempre più concreta per quei malati che non rispondono alle terapie convenzionali, ma sollevano anche interrogativi su aspetti quali sicurezza, organizzazione, costi e modalità di accesso. Quali sono gli effettivi benefici delle CAR-T? Quali forme di tumore possono curare? Quali sono i pazienti che possono beneficiarne? Dove vengono somministrate? Come vengono gestiti gli effetti collaterali? E come renderle sostenibili per il Servizio Sanitario, alla luce dei loro costi?  Il “laboratorio ligure” è il punto di osservazione ottimale per rispondere a queste domande e per questo motivo giunge a Genova “CAR-T – Destinazione futuro”, campagna itinerante e online promossa da AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma e realizzata con il supporto non condizionante di Bristol Myers Squibb, Janssen e Novartis: un vero e proprio “viaggio nel futuro” della lotta ai tumori, al quale sono invitati a partecipare pazienti, familiari, medici e Istituzioni, articolato in eventi sul territorio e attività digitali finalizzate ad accrescere l’informazione, misurare le aspettative, far emergere bisogni e criticità. 

«L’impiego delle CAR-T e i risultati importantissimi fin qui ottenuti in alcuni tumori del sangue e in pazienti che non avevano più alcuna possibilità terapeutica hanno aperto uno scenario che solo alcuni anni fa era davvero impensabile e innescato una frenetica ricerca di informazioni da parte dei malati e delle loro famiglie – afferma Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL – era preciso dovere di AIL mettere a disposizione di pazienti e familiari tutte le informazioni nel modo più esaustivo e corretto possibile. Lo abbiamo fatto con il progetto “CAR-T – Destinazione futuro”, campagna itinerante partita nel 2021 che quest’anno continua il suo viaggio. Riteniamo utile continuare ad informare i pazienti ematologici e gli operatori sanitari su questa nuova frontiera della medicina che, siamo convinti, aprirà nuovi orizzonti terapeutici per alcuni tumori del sangue».

Le attività della campagna prevedono una landing page dedicata all’interno del sito dell’AIL (www.ail.it) con tutte le più importanti informazioni relative alle terapie CAR-T, insieme a una mappa dei Centri autorizzati alla somministrazione. I capoluoghi regionali dove sono attivi Centri abilitati alla somministrazione ospitano eventi che coinvolgono specialisti, pazienti, caregiver, volontari AIL e i media per fare il punto sullo stato dell’arte sulla terapia CAR-T, le criticità nella Regione, le aspettative e le domande dei pazienti. Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale, disponibile sulla landing page di campagna, nel quale Andrea Grignolio, Docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università San Raffaele di Milano – CNR Ethics narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori.  Le CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T cell therapies), sono la nuova frontiera della medicina personalizzata nel campo dei tumori e rappresentano un’opzione terapeutica in quei pazienti nei quali le precedenti strategie terapeutiche standard (chemioterapia e trapianto di cellule staminali emopoietiche) hanno fallito: i linfociti T prelevati dal sangue del paziente, vengono “armati” in modo tale da esprimere sulla loro superficie il recettore CAR che li aiuta a riconoscere le cellule maligne e ucciderle, per poi essere reinfuse nel paziente stesso. 

«Le CAR-T rappresentano una svolta decisamente entusiasmante e innovativa per la cura di alcuni tumori ematologici – spiega Emanuele Angelucci, Direttore UO Ematologia e Terapie Cellulari, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino  la metodica CAR-T sfrutta le caratteristiche naturali dei linfociti T che vengono esaltate attraverso un processo di manipolazione genica che insegna a queste cellule a riconoscere alcuni recettori tumorali, ad aggredire le cellule maligne e a espandere la risposta immunologica dell’organismo. Le CAR-T sono terapie altamente personalizzate e specifiche. Utilizzare le cellule dell’organismo per colpire il tumore è stato un sogno per oltre 40 anni e adesso è qui. Le possibilità di sviluppo sono tantissime, tra queste avere altre indicazioni e altri bersagli da colpire, estendere le fasce d’età e associare le CAR-T ad altre forme di terapia farmacologica per avere cure sequenziali». 

Le CAR-T si sono rivelate efficaci per alcuni tumori del sangue che non rispondono più alle terapie convenzionali come i Linfomi e le Leucemie Linfoblastiche Acute che si sviluppano dai linfociti B, entrambe malattie linfoproliferative; i risultati al momento sono molto promettenti nel contesto della Leucemia Linfoblastica Acuta del bambino e del giovane adulto, fino all’età di 25 anni e sono molto promettenti anche nei Linfomi in pazienti fino all’età di 70 anni. Si prevedono prossimamente indicazioni anche per il Mieloma Multiplo e per il Linfoma follicolare. «Attualmente, la terapia con cellule CAR-T trova indicazione in pazienti adulti affetti da alcune tipologie di Linfoma a cellule B, come il Linfoma mantellare, il Linfoma diffuso a grandi cellule ed il Linfoma primitivo del mediastino, nonché nella Leucemia Linfoblastica Acuta a cellule B del paziente pediatrico/giovane adulto – sottolinea Anna Maria Raiola, Dirigente Medico UO Trapianti Cellule Staminali e Terapie Cellulari, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino – le CAR-T saranno disponibili in futuro per altre patologie ematologiche come Mieloma Multiplo e Leucemia Linfoblastica dell’adulto e nel Linfoma follicolare. Dal 2020 al San Martino abbiamo sottoposto al trattamento con CAR-T 25 pazienti adulti affetti da Linfoma B-aggressivo con entrambi i prodotti disponibili ad uso commerciale, tisagenlecleucel e axicabtagene. L’esperienza con brexucabtagene, per il Linfoma mantellare, inizia in questi giorni».

Molto resta ancora da capire e da studiare rispetto alla sicurezza e all’efficacia delle terapie CAR-T, il cui utilizzo è associato al rischio di eventi talvolta gravi. «L’infusione di cellule CAR-T genera spesso una sindrome da rilascio di mediatori dell’infiammazione, le citochine, oltre a quadri clinici di solito più tardivi di tossicità neurologica – dice Angelo Gratarola, Direttore UO Anestesia e Rianimazione e Direttore Dipartimento di Emergenza, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino – la gravità di queste forme indica il grado di protezione clinica post-infusionale necessario. Il team multidisciplinare è uno degli elementi fondamentali del successo terapeutico, in quanto la continua interazione tra ematologi, intensivisti e neurologi garantisce le migliori scelte decisionali. Nella nostra esperienza, nelle forme lievi di sindrome da rilascio citochinico la gestione è garantita in autonomia dall’Unità di Ematologia e solo in caso di aggravamento della sintomatologia avviene il ricovero in terapia intensiva. In alcuni casi di particolare fragilità del paziente l’infusione delle CAR-T avviene direttamente in terapia intensiva allo scopo di intervenire rapidamente su eventuali gravi manifestazioni».  Quello che porta le CAR-T dal laboratorio al letto del malato è un percorso articolato e la somministrazione di queste terapie è molto delicata, tant’è vero che i Centri autorizzati alla loro somministrazione devono rispondere a rigorosi requisiti organizzativi e strutturali. «I Centri autorizzati alla somministrazione della terapia con CAR-T devono essere aderenti  a quanto riportato nelle linee guida emanate dall’Agenzia Italiana del Farmaco – illustra Alessandra Bo, Responsabile Medico Laboratorio Cellule Staminali e Terapie Cellulari, UO Ematologia CT, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino – in particolare, devono essere Centri autorizzati dalle autorità nazionali competenti CNT e CNS ad effettuare trapianti allogenici di cellule staminali emopoietiche; devono aver conseguito l’accreditamento JACIE come Programma Trapianto; devono operare all’interno di una struttura ospedaliera con terapia intensiva; deve essere presente un team multidisciplinare di esperti per la gestione degli effetti collaterali. Il Centro deve quindi essere in grado di gestire il paziente durante tutto il percorso, dal momento della raccolta delle cellule al momento dell’infusione e del follow-up».

Nel percorso delle terapie CAR-T un ruolo chiave è quello svolto dai Centri trasfusionali per la raccolta dei linfociti T, senza i quali le CAR-T non possono essere prodotte. «Il ruolo dei Centri trasfusionali è veramente strategico ai fini della produzione delle CAR-T – dichiara Vanessa Agostini, Direttrice UO Medicina Trasfusionale, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Direttrice Centro Regionale Sangue-Liguria – il Centro deve essere accreditato secondo la normativa vigente e deve far parte di un Programma trapianti che risponde a precisi requisiti di tipo organizzativo, strutturale e tecnologico. Il Centro trasfusionale viene definito “Unità di raccolta” per l’attività aferetica e diventa indispensabile in tal senso disporre di una struttura che risponda logisticamente a precise caratteristiche, dotato di personale esperto e formato per espletare le procedure di linfoaferesi per la produzione di CAR-T. L’intero processo della raccolta di linfociti è tenuto sotto controllo mediante analisi preventive del rischio, qualifiche ambientali, strumentali e dei materiali critici».

Enorme l’impegno e il lavoro della sezione AIL di Genova, al servizio della comunità ematologica del territorio da 45 anni, che con oltre 200 volontari si occupa di sostenere in particolare i più vulnerabili tra cui i pazienti trattati con CAR-T, ma da sempre sostiene anche la ricerca scientifica sui tumori del sangue. «La sezione AIL è stata la seconda sezione dopo Roma e nel 2023 celebreremo i 50 anni – conclude Liliana Freddi, Presidente AIL Genova – la nostra missione è quella di affiancare ogni giorno i pazienti ematologici e le loro famiglie e di sostenere la ricerca scientifica. Tutto questo lo facciamo grazie ai nostri preziosi volontari, oltre 200 sul territorio. Oltre alle 4 Case alloggio AIL, nelle quali accogliamo gratuitamente i pazienti e i loro caregiver che hanno bisogno di lunghi soggiorni e cure, offriamo servizi di navetta per il trasporto dei pazienti e degli accompagnatori da casa all’ospedale e viceversa, devolviamo una parte dei fondi raccolti con le nostre varie attività, tra cui le campagne delle Stelle di Natale e delle Uova di Pasqua, alla ricerca scientifica sulle CAR-T e in collaborazione con l’Ematologia del professor Angelucci offriamo borse di studio per specifici progetti di ricerca per le CAR-T».

La campagna promossa dall’AIL proseguirà per il resto del 2022, sarà un’iniziativa in progress: le informazioni veicolate attraverso il sito e negli eventi saranno aggiornate in relazione alle novità che arriveranno dal fronte della ricerca, delle autorizzazioni dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e delle esperienze cliniche.

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