venerdì, Dicembre 6, 2024
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Jenny Mucchi, apprezzata scultrice naturalizzata italiana

Jenny Wiegmann, sposata Mucchi, chiamata semplicemente “Genni” da colleghi e amici, nasce a Spandau, un quartiere di Berlino, nel 1895. Frequenta il liceo, ma poco dopo, attratta dal mondo della scultura, segue i corsi di August Kraus, uno scultore che sa approfondire i segreti dell’arte greco-romana.

Tra il 1919 e il 1923, Genni segue un corso di scultura in legno a Berlino, ove viene espresso un genere di arte che tende a inquadrare il realismo. Si sposa nel 1920 con un suo compagno di studi, Berthold Mueller, ma la coppia entra in crisi dopo alcuni anni e infatti il loro matrimonio si concluderà con un divorzio nel 1931.

Nel frattempo, Genni si specializza artisticamente nel trattare il bronzo, la pietra e pure le lavorazioni riguardanti la terracotta, mentre tra il 1925 e il 1930 si dedica a diversi generi di scultura. Una di queste, diventata famosa, rappresenta la figura di San Gregorio, esposta in Vaticano in occasione di una mostra missionaria.

Nel 1930 troviamo la scultrice a Parigi, ove ha la possibilità di frequentare un ambiente italiano assai noto, ove tra gli altri artisti primeggiano De Pisis e Giorgio De Chirico. Nel 1933 Genni si sposa con l’architetto e pittore Gabriele Mucchi e con lui condividerà esperienze artistiche e politiche.

La coppia si trasferisce susseguentemente nella nostra città e lei viene presentata al pubblico italiano da Gino Severini tramite la rivista “Corrente”. Diversi letterati e artisti vengono spesso invitati a casa Mucchi e qui si ritrovano soprattutto coloro che abbracciano il realismo promosso da “Corrente”.

Ma nel 1940 la rivista viene chiusa per ordine dei capi del Ventennio e una reazione nasce spontanea tra gli artisti: molti di essi diventeranno coraggiosi partigiani conseguendo importanti risultati. Terminato il conflitto mondiale, Genni fa la spola tra Roma e Berlino, impegnandosi nella politica a livello internazionale.

Due sue sculture, “Il grido” e “Anno 1965” vengono da lei dedicate alla tragedia vietnamita. Si ammala ancora in età relativamente giovane (settantaquattro anni) e si spegne a Berlino nel 1969.

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