di Carlo Radollovich
Il blocco della circolazione per mezzi privati, lanciato nella nostra città per combattere tra l’altro le polveri sottili, viene applicato soltanto da dodici Comuni della cintura milanese.
Infatti, con motivazioni diverse, i vari Sindaci delle località vicine non hanno aderito al preciso obbligo di lasciare l’auto a casa per sei ore. Ad Arese, per esempio, la circolazione dei mezzi sarà completamente libera perché si ritiene di non aver potuto informare la popolazione con sufficiente anticipo.
A Lainate, il messaggio inoltrato ai cittadini da parte del relativo Comune sembra risultare addirittura laconico: usare l’auto solo in casi eccezionali e solo se assolutamente necessario.
È chiaro che il blocco imposto a Milano rischia di essere privo della necessaria validità se la gran parte dei paesi e delle cittadine attorno al capoluogo non vogliono attivamente impegnarsi nella lotta all’inquinamento con altrettanta decisione.
Si confida almeno, per quanto concerne i fuochi d’artificio a Capodanno, che si possa far scattare l’assoluto divieto già imposto per il 2014. Spiacerebbe ovviamente per gli aficionados dei botti, ma si pensi che questi elevano del 6% le emissioni di Pm10.
Su altri fronti anti-smog si continuerà senza soste, nella speranza che si possa approdare a qualche positività, tra cui: abbassamento delle temperature negli edifici da 20 a 19°C per un totale di 12 ore giornaliere (anziché 14), divieto per i negozi di tenere le porte aperte con l’utilizzo di dispositivi contro il freddo, biglietto Atm da 1,50 euro per tram, autobus e metrò valido per tutta la giornata.
Tutti palliativi? Forse sì, purtroppo. Sentiamo in ogni caso la mancanza di precise infrastrutture e specifiche regolamentazioni su un più ampio arco di tempo che affrontino a monte il tema relativo all’inquinamento, non soltanto quando questo inizia a compromettere la buona salute delle nostre vie respiratorie.