di Carlo Radollovich
Una giornata di pioggia, con temperature decisamente invernali, non ha scoraggiato la visita di diverse centinaia di persone al cantiere Sereni-Forlanini, cantiere che contribuirà a realizzare, purtroppo soltanto entro il 1022, l’ultima nata delle metropolitane milanesi, già battezzata “la blu”, una linea definita “leggera” e che si presenterà ad automatismo integrale, con standard tecnici di altissimo livello.
Pazientemente in coda, tali persone hanno atteso il loro turno per poter scendere, grazie ad una visita guidata, a venti metri sotto il livello stradale.
Qui sono pronte per entrare in funzione i ben noti, strani macchinari, conosciuti con il nome di “talpe”, dalla lunghezza gigantesca (novanta metri circa) e dal diametro che sfiora i sette metri. Possono avanzare con una media di quindici metri al giorno e non si arrestano mai, sotto l’occhio vigile di squadre di tecnici e operai che si alternano secondo precisi turni. Si ritiene che possano essere operative a partire da fine febbraio / inizio marzo.
Per la verità, a seguito di inattese lungaggini, avrebbero dovuto scavare già dallo scorso autunno, iniziando da via Mezzofanti per uscire in piazza Tricolore. E va pure considerato che il cantiere Washington è stato sospeso per parecchio tempo, il cantiere Tolstoj è bloccato da alcuni mesi e il cantiere Foppa non ha ancora aperto i “battenti”.
In ogni caso, l’atmosfera curiosa dei visitatori (i quali sono scesi nel cantiere in compagnia di ingegneri e tecnici che hanno illustrato alcune particolarità del lavoro sotto terra) e soprattutto il loro desiderio di entrare in contatto con un mondo apparentemente misterioso, hanno fatto dimenticare, per alcuni minuti, norme burocratiche e noiosi indugi inerenti “la blu”, che hanno rallentato la sua realizzazione. Essi comunque si chiedono : si riuscirà presto ad impostare un concreto e soprattutto definitivo piano dei lavori?