mercoledì, Dicembre 25, 2024
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Il Rinascimento fatto a pixel

Si potrebbe anche dire: il Rinascimento come non l’avete mai visto. Sì, perché ognuno di noi ha una sua idea del Rinascimento che gli viene dalle letture che ha fatto, dalle opere d’arte che ha visto, dalle città che ha visitato, ecc. Un mondo pieno di personaggi importanti, di avvenimenti storici, di idee, ecc. Ma l’I.A., cioè l’Intelligenza Artificiale, come vede il Rinascimento?

Non è una domanda superflua perché l’Intelligenza Artificiale ormai è entrata dappertutto, nella nostra vita e nel nostro immaginario, ha una capacità di analisi di informazioni, dati, immagini, ecc. che noi umani non possiamo nemmeno concepire. Gli algoritmi, se indirizzati nel modo giusto, hanno la capacità di “ripensare” persino la cultura del nostro passato, riproponendoci sincreticamente l’essenza di un mondo, come quello dell’arte rinascimentale, attraverso operazioni visive altamente suggestive, suoni, combinazioni di colori, forme.

E’ quello che ha cercato di  fare Refik Anadol, un media artist turco, con una realizzazione immersiva di 35 minuti proposta attraverso una installazione site specific al MEET di Viale Vittorio Veneto che nasce dopo la rielaborazione di oltre un milione di immagini di opere, quadri, sculture, disegni, architetture rinascimentali.

Si può sul serio catturare l’essenza di 300 anni di Rinascimento italiano in poco più di mezz’ora? Evidentemente no. Ma l’operazione di Anadol (che ha il nome che ricorda un medicinale ansiolitico) indubbiamente ha un suo autonomo fascino. E’ come se osservassimo le reazioni di un cervello al suo interno nel momento in cui si trova di fronte a delle opere d’arte. Un cervello, lasciatemelo dire, un po’ caotico…

Le immagini si spezzettano, si disgregano, si frantumano, si ricompongono. I colori si sfaldano, sfumano, le forme si mescolano con movimenti magmatici, avvolgenti, un po’ onirici, magnetici, quasi ipnotici. Il flusso continuo delle figure che cangiano ossessivamente crea una vertigine simile a una specie di sindrome di Stendhal indotta e, perciò, non autentica.

Forse, tra qualche anno, ci abitueremo ad operazioni tecnologiche, scientifiche, creative, come quelle di Anadol. Potremmo apprezzare  di più questo enorme lavoro che abbina tecniche sofisticate di altissimo livello alla capacità poetica e immaginativa. Al momento, ci lasciano, per lo meno, interdetti anche se non neghiamo che l’esperienza ha un suo coinvolgimento emotivo piuttosto forte.

Consigliamo perciò questo tour nel Renaissance Dreams di Anadol a chi sa reggere il ritmo frenetico degli algoritmi e non ha paura di navigare in questo vorticoso e tempestoso mare virtuale.

Fino al 31 luglio 2021
MEET Digital Culture Center
Viale Vittorio Veneto 2, Milano
Dal martedì al venerdì – 15.00/19.00 ingresso libero (ultimo accesso ore 18.00)

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