Si era parlato, a livello europeo, di apporre eventualmente sulle bottiglie di vino una sorta di allarme sanitario, con apposita etichetta, perché la preziosa bevanda, secondo alcuni, favorirebbe l’insorgere di malattie cancerogene.
Al di là delle conseguenze negative sul piano economico che questa etichettatura provocherebbe, con un calo di fatturato che potrebbe aggirarsi attorno al 25%, gli eurodeputati italiani, a braccetto con quelli francesi, hanno dichiarato congiuntamente che questa proposta non ha assolutamente valore poiché esiste una sostanziale differenza tra “consumo moderato” e “abuso scriteriato”.
Ovviamente, ingerire una dose massiccia di alcool può dar luogo al sorgere di diverse patologie, ma se il vino venisse inquadrato, ad esempio, nella tradizionale dieta mediterranea con modici consumi dettati dal buon senso, non nascerebbero timori o pericolosità.
Per fortuna, l’eventuale applicazione dell’etichetta si è al momento dissolta come una bolla di sapone e la circostanza non sembra ritornare d’attualità.
Ad ogni buon conto, per scongiurare il rischio che il futuro di una filiera strategica come quella vitivinicola possa essere compromesso, si è ribadita da parte nostra la necessità di difenderla con ogni mezzo, sgombrando il campo da sottili ragionamenti tendenziosi che non trovano conferma.
Di certo, combattere il cancro costituisce un’altissima priorità per la Sanità italiana e mondiale, ma non si preserva la salute penalizzando un intero settore che è in grado di offrire sul mercato prodotti validi e soprattutto sani.
E sempre a proposito di vini, siamo in attesa della fiera del “Vinitaly” che riapparirà a Verona dopo un’assenza che è durata due anni. In tale sede, e non solo, si faranno i conti con l’export. Si può comunque notare, già da ora, che il fatturato dello scorso anno ammonta a 7 miliardi di euro con un aumento del 13% rispetto al 2019.
Ma c’è di più. Le vendite relative agli spumanti, dirette negli Stati Uniti, sono cresciute del 25%, raggiungendo un fatturato pari a 700 milioni di euro. Insomma, tutto lascia sperare che il “Vinitaly” 2022 ci presenti un futuro ancora più promettente. E infatti, l’atmosfera che già oggi si respira è improntata alle più rosee aspettative.