domenica, Dicembre 22, 2024
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IL CAVALLO DI LEONARDO IN PIAZZALE ACCURSIO?

È in corso a Milano un ampio dibattito su una nuova possibile sistemazione del famoso cavallo bronzeo realizzato su disegni di Leonardo da Vinci dalla scultrice Nina Akamu, già ci sono altre proposte di collocare in altre sedi il famoso Cavallo di Leonardo.

Anche la Fondazione Carlo Perini impegnata da oltre 52 anni in ricerche culturali sul territorio ha presentato la sua proposta di collocare il famoso Cavallo di Leonardo presso l’area della futura nuova sede del Consolato Americano dell’ex Tiro a Segno di Piazzale Accursio/Portello.

Progetto del cavallo di Leonardo
Progetto del cavallo di Leonardo

La proposta è stata presentata e fatta protocollare per il sindaco Giuliano Pisapia, il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e gli assessori: Filippo Del Corno, Daniela Benelli, Carmela Rozza, Marco Granelli, Pierfrancesco Majorino. La stessa proposta è stata presentata anche al console Generale degli Stati Uniti d’America di Milano Kyle R. Scott perché si ritiene che sia opportuno collocare il Cavallo di bronzo, nato dall’idea del pilota statunitense Charles Dent su disegni originari di Leonardo, in piazzale Accursio in un’area protetta e cintata in diretta connessione con la futura nuova sede del Consolato americano.

L’opportunità della proposta della Fondazione Carlo Perini di avere il Cavallo di Leonardo in piazzale Accursio, è motivata dal fatto che l’area di piazzale Accursio, è oggi la porta d’ingresso del Sempione, inoltre collocare la più grande scultura equestre in bronzo esistente al mondo, donata a Milano dal mecenate americano, vuole essere anche un segno di riconoscenza al Consolato americano che, dalla sede del centro storico delle vie Principe Amedeo/Turati, si trasferirà in una delle aree di maggiore trasformazione urbanistica del territorio cittadino degli ultimi anni, qual è il Portello; inoltre tale scelta di sistemazione, potrà dare simbolicamente il benvenuto a milioni di stranieri che accederanno all’EXPO 2015, dove sono previsti per l’occasione circa 20 milioni di visitatori.

La Fondazione Carlo Perini auspica che il Consolato americano prenda in considerazione la responsabilità e il piacere di custodire, simbolicamente, quest’opera d’arte, frutto della munificenza di un cittadino americano che ha dimostrato di amare la città di Milano, anche come eventuale sistemazione finale successiva agli utilizzi temporanei ipotizzati dal Comune di Milano e dalla gestione EXPO 2015.

La storia del Cavallo di Leonardo è legata al pilota americano Charles Dent, collezionista d’arte e amante della scultura, che nel 1977 ebbe l’idea di realizzare la grande scultura bronzea, qual era il sogno di Leonardo. Charles Dent, dopo più di quindici anni d’impegno, nella ricerca anche di trovare i fondi per la realizzazione dell’opera, non riuscì a vedere realizzato il proprio desiderio, poiché venne a mancare nel 1994, ma il progetto ebbe seguito.

Dopo la morte di Charles Dent, il progetto lo rese concreto il magnate Frederik Meijer, che finanziò il progetto. La direzione dei lavori fu affidata all’artista scultrice Nina Akamu che realizzò il progetto nato dai disegni di Leonardo con la realizzazione dell’opera di bronzo fuso realizzando due cavalli: uno per Milano e uno per i Meijer Gardens, un parco naturale e artistico a Grand Rapids nel Michigan.

Il Cavallo destinato alla città di Milano, fu fuso in sette parti e arrivò a Milano nel luglio del 1999 e dopo l’opportuno assemblaggio di saldature dell’opera, nel settembre 1999 il Cavallo fu collocato all’ingresso dell’Ippodromo del Galoppo di San Siro.

Palazzina liberty ex Tiro a Segno
Palazzina liberty ex Tiro a Segno

Quale migliore location può essere oggi quella dell’area adiacente alla Palazzina in stile Liberty del 1906 che ben si presta a una sistemazione definitiva del famoso Cavallo di Leonardo.

La possibile realizzazione della proposta fatta dalla Fondazione Carlo Perini nel collocare il Cavallo di Leonardo in piazzale Accursio area Portello sarebbe anche un grande segno della valorizzazione delle aree periferiche e semiperiferiche, che di solito non sono incluse in progetti di sistemazioni di opere d’arte a cielo aperto e rendere così artisticamente più bella l’intera città e non solo le solite aree del Centro cittadino.

Antonio Barbalinardo

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