sabato, Aprile 20, 2024
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I TEMPLARI A MILANO

di Carlo Radollovich

L’Ordine dei Poveri Cavalieri del Tempio di Salomone, più semplicemente noti come “Templari”, era stato fondato in Terrasanta all’inizio del XII secolo dal nobiluomo Ugo di Payns (1070 – 1136), il quale aveva partecipato alla prima crociata del 1096 sotto il comando di Goffredo di Buglione. Uno dei principali compiti di questi Cavalieri era quello di proteggere i Cristiani in cammino verso Gerusalemme, pellegrini che spesso venivano assaliti e depredati.

Ma il pieno riconoscimento nei riguardi degli stessi Cavalieri avvenne soltanto nel 1128, quando Bernardo di Chiaravalle ne riassumeva le regole. Dovevano fare voto di castità, povertà e obbedienza con alcune eccezioni rispetto al loro comportamento standard: avevano facoltà di lasciar crescere la barba (in contrapposizione con i monaci) e addirittura la possibilità di uccidere in ben chiare e precise circostanze.

I Templari giunsero a Milano la prima volta nel 1135, accompagnato da Bernardo in persona, il quale ebbe il merito di incantare i nostri concittadini con le sue straordinarie omelie, tanto da conquistare il titolo di Doctor Mellifluus (dolce come il miele). Essi vennero alloggiati nel chiostro di Sant’Ambrogio e lasciarono nella basilica una loro indelebile impronta. Si tratta infatti di due scacchiere formate da quadrati bianchi e neri che, secondo l’interpretazione di alcuni, avrebbe allontanato l’influsso del maligno.

I templari si staccarono presto dalla loro residenza in Sant’Ambrogio per trasferirsi nella vicina zona del Brolo, ove un fitto bosco era già stato ritenuto sacro dai Celti. Poco distante, essi edificarono due chiese: Santa Maria del Tempio presso la strada della Commenda (oggi via Commenda) demolita nel 1881, nonché Santa Maria della Pace, oggi sede dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Per certi versi, la simbologia dei Templari influì anche sulla costruzione dell’abbazia di Chiaravalle, i cui lavori terminarono nel 1221 con la consacrazione avvenuta da parte dell’arcivescovo Enrico Settala. Qui sono visibili alcune opere promosse dai Cavalieri e cioè la cosiddetta “colonna annodata”, simbolo di dinamismo spirituale, e la raffigurazione di dieci aquile, simboli celesti.

I Templari stavano accrescendo il loro potere, anche nel resto d’Europa, grazie alle cospicue donazioni ricevute, che in parte venivano impiegate per finanziare la Guerra Santa. Ma essi non furono in grado di proseguire la loro marcia con la stessa fortuna. Infatti, un triste colpo fu purtroppo inferto quando la loro fortezza di Acri, un autentico baluardo, venne assaltata e distrutta nel 1291 dai Mamelucchi in Terrasanta, fatto che li costrinse ad abbandonare per sempre l’intero territorio.

Nel 1307, per volere di Filippo il Bello, ossia Filippo IV di Francia, essi vennero accusati di eresia e l’ultimo Gran Maestro, Giacomo de Molay, fu condannato al rogo e bruciato a Parigi nel 1314. Gli ultimi pochi Templari transitarono da Milano due anni prima, diretti nel Lazio per raggiungere l’abbazia di Valvisciolo, oggi in provincia di Latina. Nello stesso anno, papa Clemente V, pontefice dimostratosi di estrema debolezza nei confronti di Filippo, scioglieva definitivamente l’Ordine dei Templari.

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