sabato, Aprile 20, 2024
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I GIARDINI PUBBLICI DI MILANO (ORA MONTANELLI)

di Carlo Radollovich

L’architetto Giuseppe Piermarini, l’artefice della nostra Scala, costruita tra il 1776 e il 1778, fu pure invitato dalle autorità milanesi a metter mano ad un’area di oltre 40 mila metri quadrati (tra le attuali vie Manin e Palestro, corso Venezia e i Bastioni) affinché desse vita ad uno spazio verde che avrebbe poi preso il nome di “Giardini Pubblici”.

L’arciduca Ferdinando d’Asburgo, governatore della nostra città tra il 1771 e il 1796, volle addirittura urgenziare il completamento di questo parco, mettendo al corrente la madre, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria sul prosieguo dei lavori sino alla morte di quest’ultima, avvenuta nel 1780.

Il grande parco era inizialmente riservato ai componenti dell’aristocrazia milanese, ma la sua apertura sarebbe presto diventata a favore di tutti i cittadini, sia per consentire le rilassanti passeggiate estive domenicali sia per consentire un certo svago agli anziani ancora in salute, finalmente liberi di poter respirare aria pura uscendo dalle case del centro.

Ma il tocco finale a questi Giardini verrà dato solo in seguito da parte dell’architetto milanese Giuseppe Balzaretti (1801 – 1874) il quale, tra il 1856 e il 1862, disporrà opportuni rialzi del terreno allestendo piccole, ma gradevoli alture, farà impiantare numerosi alberi, graziosi boschetti alternati a radure e ridisegnerà quei ruscelli che ancora oggi scorrono tra i numerosi appezzamenti di verde.

Insomma, Balzaretti creava un ampio giardino paesaggistico all’inglese. Basti pensare che, dopo aver incorporato i terreni della proprietà Dugnani, l’estensione del verde abbracciava complessivamente 160 mila metri quadrati con la presenza di oltre 1450 alberi.

Verso la fine del 1800, in considerazione del fatto che i Giardini Pubblici stavano assumendo un’importanza sempre meno periferica, si resero necessari consistenti ritocchi. Incaricato per tutte le necessarie operazioni, riguardanti diverse aree che comprendevano tra l’altro le aiuole e i boschetti, fu l’architetto Emilio Alemagna, già distintosi per aver progettato il Parco Sempione.

Il mondo animale fece la sua comparsa ai Giardini verso il 1890 e qui furono allestite gabbie per scimmie, per cervi, successivamente per felini, per otarie in apposite vasche e addirittura per un elefante ben addomesticato, la vera gioia dei bambini.

Durante il secondo conflitto mondiale, furono abbastanza numerose le persone che “sfoltirono” le piante meno alte per poter riscaldare le loro case. Dal 1946 il Comune iniziò a riordinare i Giardini Pubblici ricorrendo a diverse piantumazioni.

Nel 2002 i Giardini furono dedicati al grande Montanelli. In molti si ricordano delle sue brevi soste su una panchina, vicina agli ingressi di piazza Cavour. Qui aveva sede “il Giornale”, quotidiano da lui diretto dopo aver deciso di lasciare il Corriere della Sera.

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