martedì, Dicembre 24, 2024
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Ginestra Giovene, una vita dedicata alla fisica

Nasce a Napoli nel 1911, ma si trasferisce a Roma ancora molto giovane. Superati brillantemente gli studi liceali, si iscrive all’università di Roma per affrontare la facoltà di Matematica e Fisica e qui si laurea con il massimo dei voti a soli vent’anni.

Sotto la guida di Enrico Fermi si dedica alla ricerca sperimentale, portando a termine, con l’apporto di un gruppo di colleghi assai studiosi, esperimenti molto importanti sulla radioattività artificiale. Desidera toto corde approfondire diverse sue aspirazioni presso l’Istituto di Fisica di via Panisperna, ma le sue intenzioni professionali vengono contrastate da Orso Corbino, un fisico siciliano che non gradisce la presenza di donne presso l’Istituto.

Nel 1933 sposa Edoardo Amaldi, personaggio di rilievo nel campo della fisica. L’anno successivo diventa redattrice della rivista “La Ricerca Scientifica”, che diffonde e illustra gli esperimenti eseguiti da Fermi. Ginestra pubblicherà, unitamente a Laura Fermi, moglie dello scienziato, la sua prima opera dal titolo “Alchimia del tempo nostro”.

Negli anni Quaranta la sua divulgazione scientifica, valida anche per le scuole superiori, si fa particolarmente intensa. Pubblica diversi testi tra cui “ I misteri della materia” e “Questo mondo grande e terribile” tradotto in inglese, spagnolo e francese.

Successivamente, nel ruolo di insegnante di materie scientifiche, collabora con diverse trasmissioni radiofoniche e televisive, tra cui “Telescuola”, “Piccola Enciclopedia Popolare”, “Rassegna delle Scienze”. Inoltre, assieme al marito Edoardo, pubblicherà testi di fisica per le scuole superiori. Sembra tuttavia che la stesura di tali testi sia merito quasi esclusivo di Ginestra.

Lei scrive in modo assolutamente chiaro, cristallino, con il vantaggio di spiegare argomenti difficili con un linguaggio particolarmente semplice. Si impegna sempre moltissimo e probabilmente questo suo costante comunicare, quasi febbrile, si ritorce verso il suo fisico. E infatti, nel 1971, un ictus molto serio la paralizza e le impedisce di continuare a scrivere per i suoi studenti. Si spegne a Roma, a ottantatré anni, nel novembre del 1994.

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