Non preoccupatevi, non vogliamo parlare di Andrea Giambruno, first gentleman del primo ministro Giorgia Meloni. Ci riferiamo, invece, a Claudio Giambruno, eccellente sassofonista, che presenta il suo ultimo CD, intitolato “Overseas”.
Nove composizioni che ci hanno convinto perché cariche di quel “non so che” che chi ama il jazz cerca sempre di trovare in ogni brano musicale, anche se poi non è facile spiegare il motivo della scelta.
Claudio Giambruno, al sax tenore, insieme ad Andrea Rea al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria, propongono brani classici e composizioni originali dello stesso Giambruno, palermitano, con alle spalle importanti riconoscimenti internazionali e partecipazioni a festival di jazz in tutto il mondo.
Virtuosismo, spontaneità, ricchezza poetica sono le doti che gli si riconoscono e che mette in bella evidenza nei brani scelti per il suo CD.
A partire da “Lu’s bounce” del grande pianista Dan Nimmer che nella rilettura di Giambruno non perde la dinamicità originaria. Bello l’omaggio dedicato a Jobim nella composizione “First time I heard Jobim”. Qui il quartetto di Giambruno coglie la complessità della musica del grande carioca (che non per nulla aveva studiato architettura) mantenendone, pur nella rielaborazione, la leggerezza e la classe del costrutto.
Nel brano intitolato “Gouvy” all’inizio Giambruno ci pone davanti il tema, poche note, che poi svolge con abilità e con un gusto sopraffino, aiutato dal suo gruppo affiatatissimo. Davvero gradevole la sorpresa di “’Na voce, ‘na chitarra e ‘o ppoco ‘e luna”, composizione del grande Ugo Calise, innovatore della canzone napoletana, con quel suo stile confidenziale per il quale Giambruno sa recuperare con abilità l’atmosfera intimistica.
Dopo il brano “Sea Muse”, ideato da Giambruno, originale e piacevole, e la famosa “Mi fai sentire nuovo” (“You make me feel brand new”) di Creed e Bell, un altro bel pezzo di Giambruno “Thinkin’ before swingin’”. Il pensiero sta a monte della scrittura musicale? Forse sì, può darle un senso, ma poi occorre necessariamente il sentimento, per farle avere anima e vita. In questo pezzo si notano gradevoli echi dalle musiche di Henry Mancini.
Dopo la “Ginza samba”, famoso pezzo del pianista Vince Guaraldi, ancora echi cinematografici nello splendido “Pure imagination”, colonna sonora del film “La fabbrica di cioccolato” con Gene Wilder, che Giambruno sa riprendere creando le stesse soffuse atmosfere piene di spunti fantastici ma caratterizzandole con il suo stile elegante e sobrio.
Ecco il quartetto di Claudio Giambruno in alcuni brani del CD.