Una formula che potrebbe permetterci di vivere in un mondo energicamente più sostenibile.
Una protagonista dal passato oscuro e complicato.
E un uomo da cui non vuole e non può fuggire.
Sono queste le basi del libro Giallo 238 di Paola Montorfano.
Charlotte, la protagonista, è una donna matura, direttrice del più importante laboratorio scientifico del Nord Europa e sta lavorando, insieme al suo assistente, ad una formula che potrebbe garantire all’umanità un futuro energetico più green purché con cada nelle mani sbagliate prima di essere completata. Il suo passato, collegato ai movimenti sovversivi parigini e alle miniere di uranio in Congo, è oscuro quanto gli uomini di cui si circonda, primo fra tutti il suo ambiguo e perverso amante, agente dei servizi segreti… O trafficante di diamanti.
Un testo dallo stile asciutto ma terribilmente coinvolgente grazie ad un ritmo tambureggiante che aumenta di pagina in pagina. Una scrittura diretta che non si perde in inutili giri di parole ma riesce a tenere il lettore sulle spine fino all’ultimo, in attesa di comprendere chi sia il “colpevole”.
Del libro non vi svelerò nient’altro, ma chi meglio dell’autrice può raccontare qualcosa in più su questa storia? Ecco la sua intervista!
Giallo 238 racconta di un tema attualissimo e molto complesso perché invertire la rotta di questa distruzione progressiva che stiamo attuando nel nostro pianeta non è facile. Come mai hai deciso di dare voce proprio a questo argomento?
Stiamo distruggendo il pianeta, inutile far finta di non saperlo. Da madre, vorrei che mio figlio e le generazioni future, potessero goderne per tanto tempo e in maniera più green. Molte aziende si stanno riconvertendo a politiche ecologicamente corrette e così dovremmo fare anche di noi, altrimenti la terra imploderà. Il mio è un grido di aiuto in un oceano di richieste. Se il libro riuscisse a raggiungere il maggior numero di lettori e a diventare importante, ne sarei fiera, per aver instillato dentro ad ogni lettore una piccola particella ecologica.
Ho trovato veramente interessanti gli intermezzi “scientifici” all’interno del romanzo, dalla descrizione del procedimento di estrazione e fissione dell’uranio alla storia della miniera di Novazza: quali ricerche hai dovuto fare per questo libro?
Le nozioni scientifiche sono state la parte più difficile da scrivere. Ore e ore di lettura di testi specifici per inventare una formula verosimile e credibile. Certo un chimico storcerebbe il naso, ma questo è un libro, non la realtà. Un’altra grossa difficoltà è stata rendere facilmente comprensibile la fissione dell’uranio e di che materiale stessi parlando. Doveva essere fruibile a qualunque lettore, non solo a chi se ne intende.
La ricerca sulla parte storica, legata alla miniera di Novazza, è stata molto interessante. Descrivo fatti realmente accaduti, nulla di inventato. Spesso la realtà supera la fantasia.
Giallo 238 non è il tuo primo romanzo. “Una legger@ linea sottile” raccontava, però, di un amore che si intrecciava alla tecnologia, tra whatsapp e gelosia. Due libri e due generi narrativi molto diversi fra loro. Con quale dei due generi ti è piaciuto di più cimentarti?
Entrambi i generi, si addicono alla mia scrittura. Il giallo però è di gran lunga il mio preferito, per le accurate ricerche che ho svolto e per la capacità di creare la suspense.
Durante l’inverno darò vita ad un nuovo giallo, ho già in mente lo spunto iniziale.
Come è nata questa tua passione per la scrittura? Ci sono autori che hanno influenzato il tuo personale percorso come scrittrice?
Per me scrivere è un bisogno quotidiano, anche solo dieci minuti per far fluire le mie emozioni. Il modo migliore per placare le mie ansie.
Quando scrivo mi batte il cuore, la stessa sensazione che si prova quando si è innamorati.
Io leggo di tutto, dai libri, ai giornali, alle riviste di moda, agli articoli tecnici e scientifici. In qualunque riga potrei trovare lo spunto per un mio prossimo libro. Alcuni autori hanno segnato particolarmente il mio percorso di scrittrice: Patricia Cornwell e la sua Kay Scarpetta, anatomopatologa legale e detective che risolve casi di omicidio. Per me la più brava scrittrice di thriller a livello mondiale.
Guillaume Musso, romanziere francese da milioni di copie vendute, che è in grado di mescolare ritmo, suspense, emozioni, storie d’amore e eventi sovrannaturali con una maestria da cui cerco di imparare.
Gianrico Carofiglio, ex magistrato, scrittore poliedrico e affascinante, ogni volta che finisco un suo libro, vorrei leggerne subito un altro.
Dante e il suo Inferno, dove vado a pescare i personaggi torbidi e le pene inflitte come contrappasso. La dualità, commetti un errore – paghi il conto è un tema sempre presente nei miei libri.
In questo momento hai altri progetti in ballo? Ci puoi raccontare qualcosa?
In questo momento ho dei progetti interessanti.
Il primo è un racconto sull’erotismo da inserire nell’antologia che verrà pubblicata da Mille Battute che è la mia casa editrice. Questo mi rende orgogliosa perché scriveranno con me, alcuni scrittori molto affermati.
Nel giro di qualche mese, uscirà anche un audiolibro, come progetto accademico dell’Accademia09 di Milano, fucina di talentuosi doppiatori.
In settembre, conto di fare una presentazione a Milano del libro, che a causa del covid non sono ancora riuscita a organizzare.