mercoledì, Dicembre 25, 2024
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FIOCCO, LA STORIA DI UN CANE

di Carlo Radollovich

Ai tempi di Napoleone, montavano la guardia al palazzo del viceré Eugenio di Beauharnais alcune guardie scelte dell’esercito francese. Una di queste, di nome Antoine, aveva raccolto per strada, subito dopo essere smontato dal suo servizio, un curioso cane bastardino, affamato come non mai. Lo rifocillò, lo accarezzò amorevolmente e, considerato il suo pelo assai morbido, lo battezzò “Fiocco”.

Inutile aggiungere che tra Antoine e Fiocco sorse subito un’affettuosa amicizia tanto che la bestiola, dopo alcuni giorni, accompagnò il suo padrone presso la garitta dove prestava il servizio di guardia, garitta posizionata a lato del palazzo citato.

Senza scodinzolare e soprattutto senza mai abbaiare, Fiocco diventò amico anche di altre guardie, diventando alla fine un’autentica mascotte.
Durante le giornate fredde e ventose, il cane non abbandonava mai Antoine e solo in caso di temporale o di pioggia battente osava entrare nella garitta ove si accucciava quietamente.

Quando Napoleone, alcuni anni più tardi, decise di avviare la campagna di Russia conclusasi come sappiamo, anche Antoine faceva parte delle truppe inviate al fronte e riuscì ad ottenere un permesso del tutto speciale: portare con sé la mascotte Fiocco.

L’esercito francese non riuscì a reggere il peso del gelido inverno russo e anche Antoine, assieme al suo fido cane, sopportò le pene dell’inferno.
Un giorno in cui la tormenta soffiava violentemente, Antoine ricevette l’ordine di esplorare una parte del territorio e, dopo pochi giorni, non si ebbero più sue notizie. Fu forse fatto prigioniero oppure ucciso? Non lo sapremo mai. Restava la constatazione che Fiocco non riuscì a reagire alla perdita del suo padrone.

Non si alimentava più e solo dopo prolungate carezze riuscì a trangugiare qualche sorso di minestra-brodaglia che i francesi, ormai in ritirata, riuscivano malamente a scaldare. Alcuni soldati riuscirono a raggiungere Milano e a portare con loro Fiocco, ormai ridotto pelle e ossa. Ma dalla caserma volle raggiungere quasi subito la vecchia garitta, quasi nella speranza di poter ancora incontrare il suo padrone.

Passarono diversi anni e i soldati francesi vennero sostituiti da militari austriaci. Fiocco era sempre lì, talvolta coccolato e nutrito dagli stessi soldati o da qualche generoso abitante del quartiere. Dopo non molto tempo, in una giornata particolarmente gelida, il suo cuore cessò di battere. Se ne accorse il militare di guardia e si commosse nell’osservare il cane: muso e occhi erano rivolti verso la garitta con un ultimo gesto di assidua fedeltà…

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