di Stefania Bortolotti
Ogni donna ha un tallone d’Achille, qualcosa del proprio fisico che indebolisce l’autostima. Non necessariamente una cosa grande o eclatante. Anche un dettaglio, qualcosa di trascurabile per la maggior parte delle persone, ma terribile per lei. Se però la soluzione c’è, perché starci a pensare? Grazie ai trattamenti medico-estetici, si possono risolvere inestetismi che, in qualche modo, possono condizionare la vita. Gli interventi sono sempre nel rispetto di una bellezza naturale; l’investimento economico può essere anche limitato.
“Con il passare degli anni – osserva la Dottoressa Paola Caminiti, Medico Estetico e Medico Chirurgo Nutrizionista a Saronno (VA) – la pelle del volto tende inevitabilmente a segnarsi: tutta colpa del naturale invecchiamento dei tessuti unito alle difficoltà di circolazione, due fenomeni comuni dopo una certa età. Solitamente le rughe compaiono prima intorno agli occhi, poi nella zona compresa fra naso e labbra e sulla fronte. Anche la piega ai lati della bocca si accentua presto”.
Più l’età aumenta, più le rughe si intensificano. Non tutte le persone, però, invecchiano allo stesso modo. In alcuni casi i segni sono più precoci e profondi. Fra i fattori che possono contribuire a peggiorare la situazione ci sono l’esposizione prolungata al sole, lo smog e l’alimentazione scorretta.
Come si svolge il trattamento
La carbossiterapia è una metodica che si basa sull’utilizzo di una miscela contenente anidride carbonica (CO2) medicata prodotta e rilasciata da appositi macchinari approvati dal Ministero della Salute. L’apparecchiatura ha il potere di controllare la velocità di emissione del gas, che è sterile e atossico, per attenuare l’eventuale fastidio durante la seduta.
Spiega la Dottoressa Caminiti: “L’anidride carbonica viene iniettata nel derma mediante un sottilissimo ago collegato attraverso un tubicino, a una macchina che eroga il gas medicinale, regola la velocità, la quantità e la durata del trattamento. Quando la CO2 penetra sottopelle genera un gonfiore definito “enfisema”. Si tratta di una dilatazione superficiale che permane pochi secondi, ma importane, perché si crea una vasodilatazione (cioè un maggior afflusso di sangue, che dà l’impulso all’organismo a produrre più quantità di ossigeno, il che vuol dire un funzionamento più efficace dei capillari, la riapertura di quelli chiusi e la sollecitazione a produrne di nuovi nella zona trattata) con conseguente riattivazione e potenziamento della circolazione periferica. Ciò genera un forte richiamo di ossigeno e una significativa stimolazione delle cellule responsabili della produzione di collagene e elastina, con un ricompattamento del derma e un aumento dell’elasticità cutanea. Il trattamento è ben tollerato e non richiede alcuna anestesia. Inoltre, le specifiche apparecchiature riescono, grazie al surriscaldamento del gas, a rendere tollerabile il leggero bruciore avvertibile durante lo scorrimento della sostanza”.
Va sempre ricordato che con l’età i fibroblasti – responsabili della produzione del collagene – rallentano la loro attività, portando la pelle a perdere tono, elasticità e idratazione. In caso di adiposità localizzate sul corpo, la CO2, rompe le membrane delle cellule grasse, liberandole in parte degli acidi grassi in esse contenute e riducendo il volume.
Gli effetti della seduta
“La carbossiterapia – ricorda ancora la Dottoressa Caminiti – minimizza i segni dell’età, restituisce turgore ai tessuti e illumina la carnagione”. Al termine della seduta si manifestano già i primi effetti che si perfezionano nei giorni successivi al trattamento per vedersi alla fine del ciclo concordato. La pelle della zona trattata appare più luminosa, distesa, tonica, con un aspetto “ringiovanito”. Per migliorare un’area si consigliano 8-10 sedute (una ogni sette giorni). I risultati si mantengono nel tempo, ma non sono duraturi. Servono cicli di cura periodici: anche la carbossiterapia fa parte dei trattamenti estetici temporanei.
Gli effetti secondari dopo il trattamento? Lievi e temporanei
L’eventuale rossore nel punto dell’iniezione è una naturale conseguenza della vasodilatazione, mentre la sensazione di bruciore sottocutaneo svanisce in breve tempo come il rossore. Soltanto per le palpebre è possibile riscontrare un gonfiore più persistente, destinato a regredire in poche ore.
Dove agisce la carbossiterapia?
È un ottimo trattamento per contrastare le rughe, le odiate borse sotto gli occhi (ne riduce le antiestetiche sporgenze), guance e zona delle tempie. Si usa anche per eliminare il grasso che si forma sotto il mento. La tecnica rallenta anche i primi cedimenti cutanei nella parte mandibolare del volto. Buoni risultati si ottengono anche su collo e décolleté.
In presenza di cellulite questa metodica aiuta a ridurre l’aspetto a “buccia d’arancia”, migliorando la consistenza dei tessuti e la circolazione oltre a rendere la pelle più uniforme e compatta.
Una delle zone più difficili da trattare in caso di mancanza di tono, ma che risulta essere un punto debole odiatissimo dalle donne è l’interno delle coscia e delle braccia: la pelle è sottile e facilmente perde elasticità. Restituirgliela non è semplice. Per migliorarne il turgore e densità la carbossiterapia è molto indicata.
Alcune donne modificano il modo di vestire per non mostrarle: niente gonne corte, shorts e in spiaggia mai senza pareo. Se le ginocchia sono un punto debole, una soluzione per migliorare il tono e rimodellare tutta la zona è la carbossiterapia associata a microiniezioni localizzate a base di un “mix” di acido ialuronico e un complesso dermo ristrutturante con aminoacidi, minerali, antiossidanti e vitamine. Anche le persone che soffrono di gambe gonfie e doloranti, stasi linfatica e ritenzione idrica possono trarre beneficio da questa tecnica.
Quando i glutei sono poco tonici, si rilassano eccessivamente e “vanno giù”, oppure hanno bisogno di un ritocco perché troppo “esuberanti”, ci si orienta verso la carbossiterapia. Perché? Favorisce il rassodamento e il miglioramento della texture cutanea. Riduce la pelle a buccia d’arancia e anche le adiposità localizzate.
In fase di diradamento di capelli, è possibile intervenire con trattamenti mirati e non invasivi a base di anidride carbonica associali a punturine rivitalizzanti per stimolare la circolazione. Il gas medicale della “carbossi” ha effetti benefici, perché favorisce una migliore vascolarizzazione del cuoio capelluto, favorendo l’ossigenazione e un immediato nutrimento al bulbo pilifero.
E, per finire?
“Nei trattamenti antiage – sottolinea la Dottoressa Caminiti – si è visto che integrando la carbossiterapia ad altre metodiche i risultati sono potenziati e più duraturi, perché dopo la seduta la pelle è più ricettiva ad accogliere sostanze come l’acido ialuronico, gli aminoacidi e le vitamine necessarie alla “ricostruzione” dei tessuti”. Per quanto riguarda le smagliature (inestetismo cutaneo che colpisce prevalentemente il modo femminile) per ottenere risultati ottimali è buona norma integrare la “cura” scelta con sedute di carbossiterapia”, conclude la Dottoressa Caminiti.