di Ugo Perugini
Sembra che i falsi di Van Gogh siano moltissimi e in alcuni casi abbiano invaso anche importanti Musei del mondo. La cosa non è poi così assurda visto il grandissimo successo di questo pittore nel tempo. E’ noto l’episodio dei “Girasoli” acquistati dalla compagnia di assicurazioni giapponese Yasuda, e dubbi esistono anche sulle opere “l’Arlesiana” e “Autoritratto” di Van Gogh esposti nel Metropolitan Museum, poi altre copie fasulle sarebbero esposte al Museo del Massachussetts e al Museo Nazionale di Stoccolma.
I dubbi sulla loro autenticità arrivano da un critico inglese, Martin Bailey, ma già in passato John Rewald, studioso dell’Impressionismo, avanzava parecchi dubbi sulla autenticità di alcuni lavori del pittore olandese.
Certo, non è facile scoprire i falsi: bisogna fare dei controlli dei colori, del tratto, delle pennellate, e uno dei punti di partenza è di solito il fatto che a Van Gogh vengono attribuiti troppi quadri, certamente più di quelli che avrebbe potuto dipingere in vita.D’altra parte, sembra anche troppo comodo affermare, come avrebbe fatto il direttore Axel Ruger del Van Gogh Museum: “Sfido chiunque sia in grado di riconoscere le copie dagli originali”.
Anche nella Mostra di Palazzo Reale, apertasi qualche giorno fa (vedi nostro articolo) sembra che vi sia un falso. A sostenere questa tesi, questa volta, è Antonio De Robertis che è uno studioso della materia da molti anni e ha denunciato diverse volte la presenza di queste copie, spesso ricevendo critiche o, nella migliore delle ipotesi, venendo ignorato.
Al termine della presentazione della Mostra di Milano, De Robertis ha cercato di chiedere alla curatrice, tra l’altro, il motivo per cui è stato esposto un quadro di Van Gogh che a lui risulterebbe assolutamente falso. Sbrigativamente gli è stato risposto che a lei non risulta. Per quanto ci riguarda, data la nostra assoluta incompetenza, non sappiamo cosa dire.
Il sig. De Robertis sostiene che “Il ritratto del postino Roulin” su sfondo floreale (conservato al Museo Kroller Muller di Otterlo) non è di Van Gogh bensì una realizzazione successiva (tra ‘800 e ‘900) dei fratelli Schuffenecker, esperti falsari. A chi dare ragione? Nel dubbio pubblichiamo la foto dell’opera. Se non altro, c’è un motivo di più per visitare questa mostra.