di Ugo Perugini
Nella saletta interna dell’Hotel 38 di via Canonica 38, c’è una bella sorpresa. Alcune opere della pittrice brasiliana Eugenia Harten che non è solo un’artista di grande caratura, che vanta numerosissime mostre personali e collettive in Italia e all’estero, ma è anche una attiva operatrice culturale, attenta a sviluppare i rapporti tra il nostro Paese, dove ormai vive stabilmente, e il Brasile, sua terra di origine.
I lavori astratti di Eugenia Harten risentono della grande forza coloristica che filtra dalle sue origini carioca e mostrano nella capacità vorticosa dei suoi motivi iconografici, ipnotici come mulinelli di immagini in movimento, quasi un turbinoso pensiero in svolgimento, soluzioni stilistiche dal contenuto quasi sincretistico davvero originali e imprevedibili.
Strutture e segni si fondono, tra linee concentriche attraverso un linguaggio pittorico passionale e impulsivo, richiamando attraverso un mondo frammentato di metamorfosi astratte un esotismo controverso dal quale emergono figure umane, occhi, visi, richiami viventi di uno stupore senza limiti.
Nella pittrice vi è la ricerca di un nucleo denso di significati che racchiuda il senso della vita, ma il compito di circoscrivere la realtà entro prospettive fantastiche non è compito semplice, perché tali fantasie nate dall’inconscio, dagli strati più profondi delle sue vibrazioni emotive, non si lasciano controllare. Solo i colori che fuoriescono dalla magica scatola dell’arte – come la definisce il critico Massimiliano Porro – sembrano sfuggire a queste esigenze e condizionamenti, mostrando il loro vero sottofondo fatto di passioni forti e spesso incontrollabili.
Se vogliamo, in Harten ritroviamo il desiderio di ricerca dell’origine del caos, un disordine che come in natura sa riprodursi in schemi regolari tanto che la realtà frantumata è in grado di delineare, insieme a stridori, dissonanze, anche una coscienza compiuta, un desiderio di un senso supremo capace di unire il mondo e gli uomini che in esso vivono nella chiave più positiva.